Assunzione, non c’è privacy sui giudizi dell’azienda

Un dipendente può chiedere all’azienda l’accesso ai propri dati personali, anche a quelli che non hanno carattere oggettivo: informazioni relative a «giudizi, opinioni o ad altri apprezzamenti di tipo soggettivo» contenute in documenti che portano alle decisioni aziendali. 


Lo ha stabilito la Corte di cassazione che ha deciso anche che non ci sono limiti in merito alle finalità per le quali il diritto di accesso viene esercitato. Un diritto che spetta anche ai candidati che si presentano per un colloquio di lavoro: per questi ultimi, inoltre, il Garante della privacy ha disposto che nel form per la raccolta del curriculum, il datore di lavoro deve inserire solo i dati necessari alla verifica dei requisiti di chi aspira all’assunzione. E niente più. 


Un altro aspetto riguarda il periodo di conservazione massima dei cv a disposizione; il Gdpr introduce il principio di minimizzazione e conservazione: occorre “trattare” solo i dati necessari e solo per il tempo necessario. I dati che si possono raccogliere? «Le sole informazioni strettamente pertinenti e limitate all’assunzione del personale, tenuto conto delle particolari mansioni e/o delle specificità richieste».

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@ Beneggi e Associati | Commercialisti al servizio delle imprese | Meda | Milano

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Tiziano Beneggi

Febbraio 24, 2019

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