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Blockchain, agg. controlli interni

La blockchain apre a un diverso modo di concepire il sistema dei controlli aziendali e la control governance. Tale tecnologia fa leva sulle condizioni di fiducia e robustezza del dato, poste alla base di ogni transazione o processo decisionale e sui concetti di trasparenza, tracciabilità e segregazione, ossia i principi cardine del controllo e di ogni modello di prevenzione e gestione dei rischi. In tale prospettiva, la blockchain trasforma il “controllo” in un asset, facendone fattore critico di successo nelle transazioni e nei rapporti con i terzi. 

Una cosa è certa, si sperimenta una nuova dimensione di controllo, da un lato la blockchain abilita un controllo “nativo”, cioè che interviene ab origine, già nella strutturazione del processo decisionale come suo fattore costitutivo e lo rende intrinsecamente valido; dall’altro, un controllo “diffuso”, caratterizzato da un’inedita terzietà, realizzata attraverso meccanismi di verifica partecipativi e contestuali che mirano al corretto perfezionamento della transazione nel suo complesso. 


I suoi ambiti di applicazione spaziano dalla tracciatura della filiera produttiva, alla gestione dei registri di pubblica utilità, per certificare ad esempio la storia di veicoli, curriculum accademici e professionali, o per gestire dati catastali e transazioni di compravendita degli immobili. È ragionevole immaginare, tuttavia, che possa esprimere ampia efficacia sui processi transazionali complessi in cui l’azienda oltre ai propri rischi operativi (interni) ha l’esigenza di presidiare mercato e reputazione (esterni). 


Riduzione delle asimmetrie informative, verifica intrinseca dei requisiti soggettivi, immodificabilità e riservatezza dei dati, possibilità per stazioni appaltanti e terzi di verificarne la correttezza, sono alcune delle possibilità aperte dalla blockchain nell’ambito delle procedure negoziali. In tale contesto, le fasi da presidiare spaziano dalle ricognizioni di mercato, fino alla predisposizione dei capitolati, aggiudicazione, gestione contrattuale e vendor management. È necessaria una introduzione graduale, optando per prime applicazioni su ambiti delimitati o fasi di processo. 

A certe condizioni, le sue prerogative potrebbero consentire alla blockchain di agire su tempi e costi di esecuzione delle attività (anche attraverso la razionalizzazione dei controlli), svincolare le dinamiche gestionali da distorsioni legate a rapporti personali e conflitti d’interesse, assicurare scelte consapevoli e condivise e, non secondari, impatti sul contenzioso. Aspetti che rendono la blockchain un possibile strumento anticorruzione e di prevenzione degli illeciti. 


La blockchain, poi, non richiede l’esercizio di un’autorità centrale. Questo aspetto impone che in una prima applicazione il suo innesto, per non essere rigettato, sia compatibile con le logiche aziendali che, al contrario, si basano su un impianto gerarchico di ruoli e responsabilità. 

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@ Beneggi e Associati | Commercialisti al servizio delle imprese | Meda | Milano

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