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Comunicazioni Iva, alert in tempo reale

Un alert in tempo reale o quasi. È quello che potrebbero ricevere i contribuenti che procederanno alla comunicazione dei dati Iva trimestrale ma non verseranno l’imposta dovuta.
Il nuovo «spesometro trimestrale analitico», che il governo pensa di inserire nella prossima legge di Bilancio, sarà accompagnato da un credito d’imposta. È su queste linee che starebbe prendendo forma la nuova stretta sull’evasione Iva.
I contribuenti con le comunicazioni dei dati Iva con cadenza trimestrale dovranno inviare pochi dati ma buoni soprattutto alla fine dei controlli incrociati da parte del Fisco. Oltre alle fatture emesse e a quelle ricevute, necessarie per stanare soprattutto chi emette falsi documenti fiscali, nelle nuove comunicazioni in arrivo dovranno essere riportati i dati dell’Iva a credito e di quella a debito ripartiti per le aliquote (4, 5, 10 e 22%). In questo modo l’amministrazione finanziaria potrà intercettare eventuali mancati pagamenti da parte di chi ha comunque inviato la comunicazione trimestrale. Nei 15 giorni successivi – e dunque quasi in tempo reale – il contribuente in questione riceverà una lettera di compliance con cui l’ufficio del Fisco lo inviterà a chiarire la sua posizione e a saldare il proprio debito se dovuto. Solo dopo l’alert e in caso di inadempienze ulteriori da parte del contribuente scatterebbe l’accertamento vero e proprio.
Per ridurre poi gli oneri da adempimento, dovuto all’invio del nuovo “spesometro analitico” ogni tre mesi, il Governo sarebbe pronto a riconoscere un credito d’imposta.
L’operazione nel suo complesso punta a ridurre la differenza complessiva tra il gettito Iva previsto e l’importo effettivamente raccolto.
L’obiettivo del Governo è quello di recuperare risorse per circa 1,8-2 miliardi di euro da portare in dote alla nuova legge di Bilancio. Somme che comunque per ottenere il via libera di Bruxelles richiederanno quasi certamente una clausola di salvaguardia ad hoc. Come già accaduto nel recente passato l’ipotesi potrebbe essere quella di garantire gli incassi dalla lotta all’evasione con un aumento delle accise.

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