Il credito spetta alle imprese che, a prescindere da natura giuridica, settore di attività, regime contabile e dimensioni, investono in attività di ricerca e sviluppo. Ne possono usufruire anche gli enti non commerciali, nel caso in cui esercitino un’attività commerciale, e i consorzi e le reti di imprese, nel caso in cui effettuino attività di ricerca e sviluppo. Il credito può interessare anche le imprese neo­costituite, la cui attività sia iniziata dal 2015.
Il credito è concesso fino ad un massimo di € 5 milioni a favore di ciascun beneficiario, a condizione che l’impresa effettui una spesa totale per attività di ricerca e sviluppo non inferiore a € 30mila. L’aliquota da applicare per il calcolo del credito varia a seconda del tipo di spesa: le spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli stessi investimenti realizzati nei 3 periodi d’imposta precedenti a quello di prima applicazione del bonus e comprensive dei costi relativi al personale altamente qualificato e alla ricerca effettuata avvalendosi di università, enti di ricerca ed organismi equiparati, altre imprese, comprese le start­up innovative (cd. ricerca extra­muros), beneficiano dell’aliquota del 50%; diversamente, le spese incrementative comprensive delle quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio e dei costi relativi a competenze tecniche e privative industriali, beneficiano dell’aliquota del 25%.
Il credito, che non è soggetto al limite di capienza rappresentato dall’utilizzo dei fondi strutturali Ue, è concesso automaticamente senza presentazione telematica di un’apposita istanza.
In caso di controlli successivi, è richiesta la predisposizione di un’apposita documentazione contabile con l’indicazione dell’effettività dei costi sostenuti e l’attestazione di regolarità formale. Tale documentazione dev’essere certificata dal soggetto incaricato della revisione legale o dal Collegio sindacale, o da un professionista iscritto nel registro dei revisori legali.