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Edifici strumentali, la deduzione è al 60%

Conferma della deduzione Imu al 50% sui fabbricati strumentali di imprese e professionisti, per l’anno 2019. 

Con il debutto della nuova imposta comunale che accorperà l’Imu e la Tasi, previsto per il 2020, la misura della deduzione diventerà pari al 60%, per gli anni 2020 e 2021, e sarà piena a decorrere dal 2022, con un anno di anticipo rispetto all’attuale scansione normativa.

Si passa quindi dalla deduzione al 50%, per l’annualità 2019, fino a quella piena in vigore dal 2023, transitando per abbattimenti del 60% (anni 2020 e 2021) e del 70% (anno 2022). 

Nell’ambito di tale mutata disciplina di riferimento, è stabilito il criterio a regime della piena deduzione dal reddito d’impresa e di lavoro autonomo, con un passaggio graduale rappresentato dalla misura del 60% per le annualità 2020 e 2021. A partire dal 2022, dunque, si andrà a regime con il pieno riconoscimento del costo, con un anno di anticipo rispetto all’assetto vigente. 

Per le imprese sono strumentali sia i fabbricati direttamente utilizzati per l’attività sia quelli diversi dai primi aventi categoria catastale diversa da quella abitativa, anche se locati a terzi. Per i professionisti invece la qualifica di strumentalità consegue all’uso diretto e esclusivo dell’unità immobiliare, senza che rilevi la categoria catastale. Continuerà a essere totalmente indeducibile l’Imu afferente i fabbricati merce e gli immobili patrimonio.


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