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Equity crowdfunding

Con il Dl 179/2012 (decreto Crescita 2.0) viene regolato in Italia l’equity crowdfunding, particolare operazione di raccolta di capitale di rischio per le start up innovative e, in base alle novità contenute nella legge di Bilancio 2017, estesa a tutte le Pmi. Tale attività permetterà a queste imprese di raccogliere fondi offrendo quote/azioni attraverso piattaforme online autorizzate dalla Consob mettendo a disposizione degli investitori, futuri soci, tutte le informazioni circa l’idea imprenditoriale.
Gli investitori, dopo aver preso visione delle informazioni, nonché delle caratteristiche e dei rischi legati all’operazione, potranno sottoscrivere l’investimento e versare le somme richieste in un conto corrente indisponibile fino al raggiungimento dell’intero ammontare della raccolta, ottenendo in cambio quote/azioni della società.
Allo stesso tempo, il regolamento Consob sulla raccolta di capitali di rischio tramite portali online prevede, per i soli investitori cosiddetti “non professionali”, una serie di tutele come la possibilità di recesso entro sette giorni dall’adesione e di revoca dell’investimento se nel periodo di validità dell’offerta intervengono dei cambiamenti o si riscontrano degli errori.
Contrariamente a quanto previsto dall’articolo 2468 del Codice civile, che vieta l’offerta al pubblico delle partecipazioni nelle società a responsabilità limitata, l’operazione di crowdfunding non solo permette anche in tali casi l’accesso a piattaforme in rete per reperire nuove fonti economiche, ma allo stesso tempo garantisce agli investitori una serie di agevolazioni fiscali che permettono sia alle persone fisiche che giuridiche di ottenere una riduzione delle imposte sui redditi. Nello specifico: le persone fisiche godranno di una detrazione Irpef pari al 19% della somma investita, che potrà arrivare fino al 25% se l’investimento riguarda il capitale di una start up a vocazione sociale o attiva nell’innovazione ad alto valore tecnologico nel settore energetico. L’investimento massimo agevolabile non può eccedere i 500mila euro per ogni anno e dovrà essere mantenuto per almeno tre anni; le persone giuridiche godranno di una deduzione dal reddito imponibile, ai fini Ires, pari al 20% della somma investita, che potrà essere aumentata al 27% nel caso di start up innovative a vocazione sociale o tecnologico-energetiche. L’investimento massimo deducibile non può superare l’importo di 1.800.000 euro per ogni periodo d’imposta e dovrà avere un orizzonte temporale minimo di tre anni.

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