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Fatture semplificate, la soglia sale a 400 euro

Via libera all’aumento da 100 a 400 euro dell’ammontare massimo complessivo delle fatture semplificate, cioè quelle che possono essere emesse senza l’importo dell’imponibile Iva e senza il «nome» e la «sede» del cessionario/committente.

Rispetto alla fattura ordinaria, quella semplificata non riporta l’importo dell’imponibile Iva, in quanto basta indicare l’ammontare del «corrispettivo complessivo e dell’imposta incorporata», ovvero i «dati che permettono di calcolarla».

Al posto delle fatture elettroniche ordinarie, i soggetti obbligati a «certificare i corrispettivi» possono rilasciate al cliente le e-fatture semplificate «contestualmente alla consegna del bene o all’ultimazione della prestazione» e non successivamente, se vogliono che questi documenti sostituiscano la «certificazione dei corrispettivi», cioè il rilascio, obbligatorio quando previsto, dello scontrino o della ricevuta fiscale ovvero del «documento commerciale».

Soprattutto in questi casi, per velocizzare e semplificare l’emissione della fattura semplificata, se il cessionario/committente è un «soggetto stabilito nel territorio dello Stato può essere» indentificato con il «solo codice fiscale o il numero di partita Iva», senza indicare la «ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o domicilio». 

Con l’avvento della fattura elettronica (ordinaria o semplificata) il «codice fiscale o il numero di partita Iva» sono obbligatori e non più alternativi rispetto alla «ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o domicilio».

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