fbpx
TORNA ALLE NEWS

Frontalieri in Svizzera, riforma della tassazione e referendum

Il Consiglio degli Stati elvetico ha approvato la revisione dell’imposizione alla fonte del reddito da attività lucrativa.
Scopo della revisione è l’eliminazione delle disparità di trattamento tra le persone assoggettate all’imposta alla fonte e quelle soggette ad imposizione ordinaria.
È dubbio quale sarà l’impatto della novella sui lavoratori stranieri e, in particolare, sui frontalieri che lavorano come dipendenti in Svizzera.
Con tale modifica, in un futuro ancora imprecisato, i soggetti (e, quindi, anche i frontalieri) “quasi residenti” potranno chiedere di essere tassati in Svizzera in via ordinaria usufruendo delle relative detrazioni fiscali (spese di viaggio, pasti, terzo pilastro, alimenti, ecc.).
Per i frontalieri che, invece, resteranno soggetti all’imposta alla fonte, la novella prevede che le imposte alla fonte siano calcolate sulla base del moltiplicatore comunale medio.
La possibilità di richiedere la tassazione ordinaria con le relative detrazioni fiscali non spetterà a tutti i frontalieri, ma sarà riservata unicamente ai soggetti “quasi residenti”.
Per essere considerati tali è necessario che il 90% dell’intero reddito familiare sia prodotto in Svizzera e, secondo il diritto svizzero (applicabile nella fattispecie), il reddito familiare comprende anche il “valore locativo” degli immobili di proprietà, determinato in base al reddito che sarebbe percepito per l’immobile locato (valore che va determinato da un notaio).
È, quindi, chiaro che per accedere alla tassazione ordinaria sarà necessario non possedere alcun immobile di proprietà in Italia o, comunque, fuori dalla Svizzera (salvo che il valore locativo sia inferiore al 10% dello stipendio).
Va, infine, ricordato che le conseguenze della annunziata revisione del sistema di tassazione dipendono dall’Accordo tra Italia e Svizzera (che dovrebbe entrare in vigore nell’anno 2018) sull’imposizione fiscale dei frontalieri.

condividi.