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Il consulente intercetta i fondi Ue per l’impresa e amplia il business

«Quali opportunità finanziarie ci sono per la mia azienda?». E poi: «Come devo muovermi per accedere ai fondi europei gestiti dalla Ue?». Sono le classiche domande che le imprese rivolgono al proprio consulente,
Oltre ai fondi strutturali organizzati nei Por e Pon, gestiti rispettivamente dalle Regioni e dall’amministrazione centrale, c’è un mondo vastissimo – e ricchissimo – di opportunità e finanziamenti che la Commissione organizza in proprio lanciando gli inviti a presentare proposte e gestendo direttamente risultati ed erogazione delle risorse. Si tratta di Horizon 2020, Life, Cosme, per citarne alcuni.
Il primo step prevede un ascolto attento della visione che l’imprenditore ha della propria azienda e del suo sviluppo con un orizzonte temporale di 3-5 anni. L’accesso ai fondi europei da parte delle imprese dipende infatti dalla loro capacità di trasformare un’idea in progetto, il che presuppone ovviamente che l’impresa un’idea ce l’abbia. Ecco allora che la domanda «che opportunità ci sono?» si deve trasformare rapidamente in un’idea di innovazione, di rinnovamento, di voglia di trasversalità.
Le risorse – anche a fondo perduto – che l’Europa ha collocato sullo sviluppo di idee sono consistenti. Ma il professionista deve aiutare l’azienda a comprendere che, se da un lato i fondi strutturali a gestione nazionale e regionale si concentrano su problematiche locali, permettendo, tra l’altro, di finanziare anche piccoli interventi aziendali (acquisto di macchinari, voucher per l’internazionalizzazione, digitalizzazione, etc), dall’altro, i programmi tematici di diretta emanazione europea hanno invece una portata molto più ampia e vanno concepiti coniugando un progetto di sviluppo imprenditoriale con gli obiettivi comunitari su larga scala. Ecco quindi il primo salto che occorre fare sui fondi diretti: «La mia necessità come impresa deve sposarsi con una necessità condivisa da altri soggetti e trovare risposta in un progetto comune». La risposta alla singola necessità o al singolo interesse aziendale diventa quindi non l’obiettivo, ma il mezzo con cui raggiungere qualcosa di più articolato e condiviso.
Il secondo step che il professionista deve proporre all’azienda è invece l’avvio del processo di convergenza tra l’idea di sviluppo dell’impresa ed i programmi europei. Tale incrocio è tutt’altro che evidente, e lo scarso studio dei programmi europei e delle relative call porta spesso i consulenti meno esperti (e di conseguenza le aziende) a ricercare una corrispondenza biunivoca tra l’attività aziendale (codice Ateco) ed il topic (tema) del bando per decidere di parteciparvi, inducendoli quindi in errore e limitando le possibilità per l’impresa di aggiudicarsi un contributo a fondo perduto e sviluppare un progetto interessante.
Se, ad esempio, l’azienda ha come core business la costruzione di strutture in legno, difficilmente a una lettura superficiale potrebbe partecipare ad una call europea di fondi diretti. Come allargare la visione?
In questa domanda risiede la vera sfida per l’impresa e i suoi consulenti: mettere in collegamento le “parole chiave” contenute nel progetto imprenditoriale con gli obiettivi strategici dei diversi programmi di finanziamento europei, e poi con la specificità dei singoli bandi. L’azienda di costruzioni di strutture in legno verrà quindi analizzata nella sua visione, facendo emergere in primo luogo la motivazione della scelta del legno come materia prima, anziché altri materiali. Ecco quindi l’ecocompatibilità e i temi ambientali, che dischiudono nuovi orizzonti: vernici naturali atossiche, antisismicità, sicurezza, salute, sostenibilità. L’azienda potrebbe scoprire quindi che nella call Rural renaissance (Horizon 2020) è aperto il topic «Sustainable wood value chains», che nel suo obiettivo «Costruire con il legno», si propone di testare nuove tecnologie e soluzioni «green» per l’uso di materiali a base di legno nella (ri) costruzione e ammodernamento di edifici. Pur non avendo un ramo di azienda dedicato, l’impresa può trovare il suo spazio nell’attività che il topic prevede sulla percezione dei consumatori e il loro coinvolgimento.
Il consulente potrà quindi proporre l’azienda per una piccola partecipazione su un partenariato in costruzione. Il consulente poi potrà svolgere alcune utili indagini sulle reazioni dei clienti, di rafforzamento positivo dell’immagine dell’azienda impegnata sui temi green, di sviluppo di nuove opportunità di business implementando col gruppo di progetto soluzioni da applicare al suo lavoro.
 
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@ Beneggi e Associati | Commercialisti al servizio delle imprese | Meda | Milano

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