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Liberi professionisti, i contributi alle nuove attività

Siete liberi professionisti e state pensando di avviare un’attività? Avete appena aperto una partita Iva e siete sommersi dai costi?
Se la risposta è sì, sappiate che esistono strumenti specifici messi in campo dalle Regioni. Servono a coprire, a seconda dei casi, parte delle spese per i locali, gli arredi o le utenze, ma anche hardware, software, acquisizione di brevetti e investimenti in pubblicità. In qualche caso perfino i contributi per i praticanti e più in generale per i dipendenti. E sono riservati a chi gioca da solo, ma spesso anche in coworking o in associazioni.
Risorse cofinanziate con i fondi Ue Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) dedicate proprio alla fase delicata del decollo, valide non solo per le imprese, ma anche per i lavoratori autonomi. Dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia fino alla Toscana,
In Friuli Venezia Giulia il bando denominato «Supporto alle nuove realtà imprenditoriali» prevede un contributo a fondo perduto, pari al 60% della spesa ritenuta ammissibile, che non deve superare i 100mila euro.
Con «Intraprendo» in Lombardia l’agevolazione è combinata: il finanziamento agevolato a tasso zero si abbina ai contributi a fondo perduto.
In Toscana lo strumento è riservato ai professionisti. Si chiama «Fondo per la concessione di garanzie e di contributi in conto interessi a favore delle professioni» e, appunto, eroga garanzie sui prestiti e risorse a copertura degli interessi nei finanziamenti che i professionisti ottengono dalle banche. Regione che vai, requisiti che trovi: attenzione, quindi, perché ogni strumento ha le sue peculiarità, fermo restando, questa volta per tutti, il requisito della territorialità. Bisogna cioè dimostrare di esercitare la propria attività nell’ambito della Regione a cui si chiedono le agevolazioni.  

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