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Risparmiometro, così il Fisco guarda anche alla ricchezza

La sfida del risparmiometro è quella di togliere terreno all’economia sommersa, intercettando – e poi analizzando – le tracce lasciate dal nero nei canali di circolazione della ricchezza. Il risparmiometro ha richiesto tempi di messa a punto piuttosto lunghi rispetto alla norma che ha avviato l’iter. Ottenuto l’ok dell’Authority, l’agenzia delle Entrate ha avviato la sperimentazione. A fine agosto dello scorso anno è partita la procedura per l’analisi del rischio sulle società, che ha portato a stilare una lista di 1.200 posizioni: in pratica, soggetti che avevano movimentato somme consistenti sui conti correnti e che non risultavano aver presentato dichiarazione dei redditi e Iva o l’avevano presentata senza valori contabili significativi. Da questa platea è stato selezionato l’elenco delle 156 società di persone e di capitali indiziate di evasione fiscale, su cui si stanno ora concentrando le attenzioni degli uffici locali.

Il modello ora viene replicato per i contribuenti persone fisiche, partendo dai dati di sintesi della Superanagrafe: saldo a inizio e a fine anno, totale movimenti in entrata e in uscita, giacenza media. Questi elementi servono come input agli uffici centrali per i primi incroci e per individuare quei contribuenti che – in presenza di ingenti movimenti sui conti e redditi pari a zero o quasi – dovranno poi essere meglio analizzati dalle direzioni provinciali dell’Agenzia. Le informazioni della Superanagrafe potranno essere utilizzate in chiave antievasione anche dalla Guardia di finanza.


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