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Rivalutazione dei beni d’impresa, benefici per il patrimonio netto

La legge di Bilancio ripropone la possibilità di rivalutare – a pagamento – i beni detenuti dalle imprese. Le aliquote dovute per l’imposta sostitutiva vengono ridotte rispetto al passato, e contemporaneamente si ammette il pagamento dilazionato. I benefici non si esauriscono con il miglioramento del patrimonio netto di bilancio, e quindi del rating bancario, ma potrebbe anche migliorare alcuni indici di bilancio e mettere al riparo l’azienda da squilibri patrimoniali che richiederebbero l’adozione delle misure previste dal Codice della crisi e dell’insolvenza.

Rispetto alle precedenti edizioni dell’agevolazione vengono ridotte le aliquote delle imposte sostitutive e si consente il versamento rateale. Restano invariati gli elementi strutturali della disposizione, ossia:

  • la finalità (adeguamento dei valori di bilancio, mediante versamento di una imposta sostitutiva sulla base della natura dei beni);
  • la natura dei beni rivalutabili;
  • il differimento fiscale degli effetti della rivalutazione;
  • la possibilità di affrancare il saldo attivo di rivalutazione con una ulteriore imposta sostitutiva.

soggetti interessati sono le imprese che non adottano i principi contabili internazionali nella redazione del bilancio d’esercizio.

Quanto all’ambito oggettivo, le imprese possono rivalutare i beni e le partecipazioni, esclusi gli immobili alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività, risultanti dal bilancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2018.

Viene ridotta sensibilmente la misura dell’aliquota di imposta sostitutiva di Ires/Irpef e Irap (e di eventuali addizionali) al 12% e al 10% (precedentemente erano dovute imposte sostitutive al 16% e al 12%), rispettivamente per i beni ammortizzabili e non ammortizzabili. È ammesso anche l’affrancamento del saldo attivo della rivalutazione; a tal fine è dovuta un’imposta sostitutiva del 10%.

Il versamento di quanto dovuto può essere frazionato fino a tre rate annuali di pari importo, se l’ammontare complessivamente dovuto non supera 3 milioni di euro, ovvero, in caso contrario, fino a sei rate.

Per una analisi di convenienza, il confronto – ai fini fiscali – va effettuato tra questi due insieme di elementi:

Importi dovutiImporti “risparmiati”
Imposta sostitutiva del 12% e del 10%, rispettivamente per i beni ammortizzabili e per i beni non ammortizzabili.Il versamento si può eseguire anche in forma rateale (3 rate per importi complessivi fino a 3 milioni di euro).L’imposta sostitutiva del 10% per affrancare il saldo attivo di rivalutazione va versata solo se si intende distribuire ai soci la riserva.Maggiori ammortamenti deducibili e minori plusvalenze in caso di realizzo del bene che riducono il reddito d’impresa assoggettato a Ires/Irpef e Irap (che, nel caso di società di capitale, genera un livello impositivo minimo del 27,9%).I maggiori valori dedotti a titolo di ammortamento hanno effetto, in genere, dal 2022 (2023 per il calcolo delle plusvalenze) e vanno ripartiti su tutta la durata del periodo di ammortamento fiscale del bene, per cui è necessario attualizzare il risparmio fiscale futuro (i ridotti tassi bancari rendono ancor maggiore la convenienza).

Occorre, inoltre, valutare l’impatto della rivalutazione anche ai fini bilancistici. L’aumento del patrimonio netto (a seguito dell’iscrizione, come riserva di rivalutazione, del saldo attivo):

  • consente la copertura di eventuali perdite, pur dovendo gli organi societari valutare la presenza della prospettiva della continuità aziendale, pena la modifica dei criteri di valutazione;
  • migliora gli indici patrimoniali rilevanti ai fini del rating bancario (specie il rapporto di indebitamento o gearing ratio, che rappresenta un indice di bilancio attraverso il quale viene misurata l’incidenza del capitale di prestito sul patrimonio di un’impresa. È formulato dal rapporto tra le varie componenti del debito societario ed i mezzi propri. Evidentemente aumentando quest’ultimo al denominatore, il peso dell’indebitamento rispetto all’equity diminuisce).


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@ Beneggi e Associati | Commercialisti al servizio delle imprese | Meda | Milano

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