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Srl, le quote intestate ai familiari entrano nel calcolo del forfettario

Se non vi sono problemi alla detenzione di una società semplice immobiliare – essendo il reddito di natura fondiaria e non d’impresa – il possesso di una quota minoritaria, peraltro ereditata, quale socio accomandante in una Sas priva di reddito è incompatibile con il forfait. E ciò anche se si detiene solo la nuda proprietà e il reddito è dichiarato dall’usufruttuario. 

Solo per il 2019 la fuoriuscita è posticipata al 2020, a meno che non si provveda a rimuovere la causa ostativa (ossia a liberarsi della partecipazione) entro l’anno.

Si ribadisce che le quote di una srl intestate ai familiari entrano nel calcolo ai fini del controllo (indiretto) e che nel caso delle professioni contabili, il compenso da amministratore (fatturato dal professionista socio) crea quel legame che, in presenza della medesima sezione Ateco tra attività svolta dal socio e dalla partecipata, comporta la decadenza dall’anno successivo, a meno che non si cessi dalla carica. Stessa soluzione nel caso di liquidatore, il quale (oltre a essere socio di maggioranza) svolge una attività professionale compresa nella stessa sezione Ateco delle società in liquidazione a cui fattura il proprio compenso. A questo fine, invece, non ha rilevanza la qualifica di preposto. 

Non incorre in decadenza il professionista neo iscritto all’Albo che fattura prevalentemente al (ex) “dominus” da cui riceveva una borsa di studio né il medico chirurgo con un duplice rapporto di lavoro dipendente e autonomo verso lo stesso soggetto (Asl), a condizione che non subentrino modifiche sostanziali ai rapporti in essere.

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@ Beneggi e Associati | Commercialisti al servizio delle imprese | Meda | Milano

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