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Tasse sugli affitti, la nuova mappa

Per le tasse sugli affitti brevi è una piccola rivoluzione.
Quando si parla di «affitto breve», il Fisco intende la locazione di una casa, con una durata non superiore a 30 giorni, eseguita da soggetti che non esercitano attività d’impresa. Quindi, sono esclusi gli affitti a società e imprese (uso foresteria, ad esempio), ma anche le locazioni siglate da chi opera con partita Iva.
Fin qua non è una definizione rivoluzionaria, ma per i contratti stipulati dal 1° giugno scorso in poi, il campo di ciò che può essere considerato “affitto breve” si allarga a comprendere:
– le sublocazioni, cioè il caso in cui l’inquilino subaffitta la casa (in tutto o in parte);
– le situazioni in cui un soggetto ha la casa in uso gratuito (comodato) e la dà in “locazione” a un altro soggetto (più propriamente, è una concessione a titolo oneroso). È un caso che può verificarsi più spesso di quanto si creda in ambito familiare, quando ad esempio il figlio cura la locazione della casa al mare di proprietà dei genitori, magari tramite un portale internet su cui si registra come “locatore”.
In tutte queste situazioni, si può scegliere la cedolare secca, con aliquota al 21 per cento.
Nel caso del comodato, invece, si ha uno sdoppiamento: il comodatario potrà scegliere la cedolare al 21% calcolata sul canone, cosa che in precedenza gli era preclusa, almeno interpretando alla lettera le indicazioni fornite a suo tempo dalle Entrate. Il comodante dovrà invece dichiarare l’eventuale reddito fondiario. Superando i 30 giorni di durata del singolo contratto, però, si ricade nella regola ordinaria e dichiara tutto il comodante.
Nei casi di sublocazione breve, infine, il sublocatore potrà scegliere se trattare i proventi come redditi diversi o applicare la cedolare al 21 per cento. Il tutto con un’avvertenza: anche il locatore continuerà a poter scegliere la cedolare sull’affitto per così dire “principale” – cosa che gli era consentita già prima – e dunque si potrebbero avere due opzioni per la stessa casa.
Resta comunque un quadro complesso, che imporrà ai proprietari di individuare bene l’ambito in cui ricadono.
Una (parziale) semplificazione deriva dalla possibilità di trattare come affitti brevi – con tutte le regole viste fin qui – anche quelli in cui vengono offerti i servizi accessori come la fornitura di biancheria, la pulizia e le utenze (compreso il wi-fi). Se però ci sono altri servizi extra, bisogna dire addio alla cedolare.

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