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Trasparenza su compensi e raccolte di denaro

Più vantaggi fiscali per gli enti del terzo settore a partire dal 1° gennaio 2018 in cambio di maggiore trasparenza.
È questo uno dei temi chiave della riforma, che associa ai nuovi benefici fiscali una serie di obblighi di pubblicità e di informazione per gli enti in proporzione alle entrate e in funzione del modello organizzativo adottato.
Oltre i 220mila euro di entrate scattano maggiori oneri di trasparenza e viene richiesta la redazione dello stato patrimoniale, del rendiconto finanziario e della relazione di missione.
Quest’ultima, in particolare, svolge una duplice funzione: da un lato, come una normale nota integrativa, illustra le poste di bilancio; dall’altro, offre una rendicontazione sul perseguimento delle finalità di interesse generale, informando sullo stato della “missione” dell’ente.
Per garantire la massima diffusione delle informazioni, gli enti non iscritti al registro delle imprese dovranno depositare il bilancio di esercizio presso il Registro unico nazionale del terzo settore.
Lo stesso adempimento è richiesto per il bilancio sociale che dovrà essere adottato qualora le entrate dell’ente superino un milione di euro.
In questo caso dovranno essere rese maggiori informazioni, come quelle sull’impatto sociale dell’attività svolta (articolo 14 del Codice del terzo settore), con l’obbligo di pubblicare il bilancio sociale sul sito internet dell’organizzazione.
La riforma richiede più trasparenza anche per i compensi attribuiti agli organi di amministrazione e controllo, ai dirigenti e agli associati, che dovranno essere pubblicati sul sito internet degli enti con entrate superiori a 100mila euro annui.
Come precisato anche dal ministero del Lavoro, questo adempimento scatterà a partire dal 1° gennaio 2019, con riferimento alle somme versate nel 2018, cioè a far tempo dal primo anno successivo all’entrata in vigore del Codice del terzo settore.
Alla trasparenza nei rapporti col pubblico dovrà improntarsi anche l’attività di raccolta fondi svolta dagli enti.
A questo riguardo, maggiori indicazioni arriveranno con le linee guida ministeriali ma è ragionevole ritenere che sarà messo a punto un sistema per garantire ai terzi il monitoraggio delle somme devolute in queste occasioni.
Da ultimo, pubblicità e trasparenza sono state il fulcro anche della riforma del cinque per mille.
Oltre all’obbligo di rendiconto all’amministrazione competente delle somme percepite, si aggiunge quello di pubblicare sul sito internet l’ammontare dei contributi ricevuti e il relativo rendiconto, per dare un riscontro più immediato al contribuente interessato, che potrà così conoscere i frutti delle sue scelte.
L’Amministrazione, poi, pubblicherà sul proprio sito gli elenchi dei destinatari del cinque per mille, con l’indicazione dell’importo ricevuto e con il link al rendiconto pubblicato sul sito del beneficiario.

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