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Versamenti, nuova cassazione

A distanza di pochi giorni, i giudici di legittimità cambiano idea: gli accrediti ingiustificati sui conti bancari del professionista sono incassi. Per gli stessi giudici, appena quattro giorni prima, devono essere cancellate le presunzioni del Fisco sui versamenti dei professionisti. Deve essere l’ufficio a provare che gli accrediti sul conto corrente riguardano importi incassati per l’attività professionale, (sentenza 16440 del 5 agosto 2016). Ma andiamo per ordine.
Con riferimento ai versamenti effettuati dai soggetti professionisti sui propri conti correnti resta, quindi, invariata la presunzione legale posta dalla predetta disposizione a favore dell’Erario, che data la fonte legale, non necessita dei requisiti di gravità, precisione e concordanza richiesti dall’articolo 2729 Cc per le presunzioni semplici, superabile da prova contraria fornita dal contribuente, “il quale deve dimostrare che gli elementi desumibili dalla movimentazione bancaria non sono riferibili ad operazioni imponibili, fornendo, a tal fine, una prova non generica, ma analitica, con indicazione specifica della riferibilità di ogni versamento bancario, in modo da dimostrare come ciascuna delle operazioni effettuate sia estranea a fatti imponibili”.
A questo punto, è più equilibrata la posizione dell’agenzia delle Entrate, che ha invitato gli uffici ad applicare le presunzioni a salvaguardia della pretesa erariale «secondo logiche di proporzionalità e ragionevolezza» e senza rigidi automatismi, quale quello di considerare tutti i versamenti come compensi.

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