Rappresentanza, test di congruità per le spese

Per la festa, rivolta ai clienti e destinata a celebrare i 50 anni di attività, in cui vengono «anche» presentati i prodotti o i servizi aziendali, sono deducibili come spesa di rappresentanza i costi sostenuti per «l’intrattenimento» (fra cui, ad esempio, il costo del complesso musicale, dello spettacolo o del biglietto di entrata al museo o al teatro dove si svolge l’evento). Sono, invece, deducibili al 75% i costi per le somministrazioni di alimenti e bevande e le eventuali prestazioni alberghiere e completamente deducibili i costi di viaggio dei clienti.

Si ricorda che le spese di rappresentanza relative a beni («propri» o «non propri») di «valore unitario» superiore a 50 euro, ovvero quelle per i servizi di terzi di qualunque valore, sono deducibili (con le eventuali altre limitazioni del Tuir, come, ad esempio, la deduzione solo al 75%, prevista dall’articolo 109, comma 5, del Tuir, per le spese relative a prestazioni alberghiere e a somministrazioni di alimenti e bevande, diverse da quelle dell’articolo 95, comma 3 del Tuir), solo nel caso in cui, contemporaneamente:

  • rispettino i tre «requisiti di inerenza» stabiliti dal Dm 19 novembre 2008, quali la «gratuità», la «finalità promozionale» o di «pubbliche relazioni» e la ragionevolezza o la coerenza; 
  • rispettino cumulativamente i «requisiti di congruità», in base al cosiddetto «plafond di deducibilità», commisurato ai ricavi e proventi della gestione caratteristica dell’impresa (voce A.1 e A.5 del Conto economico) e scaglionato come l’Irpef: 1,5% fino a 10 milioni di euro di ricavi, 0,6% per la parte eccedente 10 milioni e fino a 50 milioni di euro e 0,4% per la parte eccedente 50 milioni di euro (articolo 108, comma 2, del Tuir). 

Sono sempre spese di rappresentanza (quindi, non indeducibili in assoluto, ma «scontabili» con il «test di congruità» e le altre regole del Tuir), le «spese di intrattenimento» rivolte ai clienti (fra cui il costo del complesso musicale), se sostenute, ad esempio, durante le feste, i ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di «ricorrenze aziendali o di festività nazionali o religiose», come per il patrono del Comune o per i 50 anni di attività.

Le «spese di ospitalità» (cioè di «viaggio, vitto e alloggio») rivolte ai clienti, anche potenziali e sostenute durante i suddetti eventi e a determinate condizioni (ad esempio, se c’è la presentazione dei prodotti o dei servizi aziendali), possono, tuttavia, non essere classificate come di rappresentanza. La circolare dell’Istituto di ricerca dei Dottori commercialisti 27 aprile 2009, n. 9, paragrafo 3, ha trattato, infatti, il caso dei «ricevimenti organizzati in occasione di ricorrenze aziendali», in cui sono ospitati clienti dell’impresa, ai quali nel corso dell’evento viene «anche presentato in anteprima il nuovo catalogo dei prodotti oggetto della propria attività». In questo caso, le «spese di ospitalità» sostenute durante questi eventi non sono di rappresentanza, ma deducibili con i criteri generali di inerenza dell’articolo 109 del Tuir (quindi, al 75% per la cena e l’albergo).

La cena aziendale al ristorante (ad esempio, di Natale) rivolta ai dipendenti, non è, infine, di rappresentanza, perché manca la «finalità promozionale», è il suo costo, dopo essere stato abbattuto del 25% (articolo 109, comma 5, del Tuir) deve anche fare i conti con l’articolo 100, comma 1, del Tuir, secondo il quale la spesa non può superare il 5 per mille del costo del personale.


Sei interessato all’articolo? Scrivici e verrai contattato da un nostro Consultant

@ Beneggi e Associati | Commercialisti al servizio delle imprese | Meda | Milano

Condividi :

ARCHIVIO

29 Lug 2024

chiusura uffici | 12-30 agosto

ARCHIVIO

31 Dic 2023

Sospensione ammortamenti 2023

ARCHIVIO

31 Dic 2023

Legge di bilancio 2024 approvata dal Parlamento

CERCA