Moda e tessile, bonus rimanenze per le imprese di 40 settori

 

Sono quaranta le attività dell’industria tessile-moda, del calzaturiero e della pelletteria ammesse al credito d’imposta sulle rimanenze di magazzino.

 

Il decreto Mise elenca 40 Codici Ateco cui le imprese dovranno fare riferimento per essere certe di potere avere diritto al credito d’imposta previsto nella misura del 30% del valore delle rimanenze finali di magazzino eccedente la media dello stesso valore registrato nei tre periodi d’imposta precedenti a quello di spettanza del beneficio. Si va dalla fabbricazione di tessuti a maglia a quella di tappeti e moquette, dalla biancheria e l’intimo all’abbigliamento sportivo e ai frustini per l’equitazione. Ma nella lista hanno trovato posto anche la produzione di «prodotti per toletta: profumi, cosmetici, saponi e simili», di bigiotteria e pietre per gioielleria, di ombrelli e bottoni e montature per occhiali.

 

Il credito d’imposta è riconosciuto fino all’esaurimento dell’importo massimo di 95 milioni di euro per l’anno 2021 e 150 milioni di euro per l’anno 2022.

 

Le imprese che puntano al credito d’imposta devono presentare una comunicazione all’Agenzia delle entrate.

 

Quanto al calcolo delle rimanenze, il decreto rilancio del 2020 ha previsto che i controlli siano svolti sulla base dei bilanci se certificati. Le imprese non soggette a revisione legale dei conti e prive di collegio sindacale devono invece presentare una certificazione della consistenza delle rimanenze di magazzino rilasciata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione abilitati.

 

L’ultimo tassello sarà un provvedimento dell’Agenzia delle entrate.

 

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