Il Decreto Legge sul Pnrr, pubblicato in Gazzetta il 24 febbraio, introduce alcune novità riguardanti la crisi d’impresa, tra cui la composizione negoziata. In particolare, è possibile avviare la procedura con una semplice autocertificazione e dilazionare le obbligazioni tributarie fino a 10 anni, mentre i creditori che subiscono falcidie possono portare in detrazione l’imposta relativa.
La composizione negoziata è un istituto controverso, criticato per la scarsa efficienza ma con grandi potenzialità . La possibilità di transazione fiscale sarebbe stata un efficace strumento per sviluppare l’istituto, ma è stata espunta dal testo definitivo del decreto. Tuttavia, il Dl introduce importanti passi avanti, come la semplificazione della procedura e la possibilità di dilazionare i pagamenti tributari in caso di gravi difficoltà dell’impresa.
In un sistema in cui il debito verso il fisco rappresenta spesso la parte più rilevante del debito delle imprese in crisi, escludere la possibilità di transazione finisce per relegare ad ipotesi marginali il ricorso al contratto o all’accordo con i creditori previsti dal Codice della crisi. Tuttavia, è importante sottolineare che la composizione negoziata si innesta in un Codice della crisi ancora prevalentemente pubblicistico e giudiziale, con una conseguente contraddittorietà di fondo del sistema.
In sintesi, sebbene la mancata introduzione della transazione fiscale sia una delusione, il decreto legge introduce importanti novità che vanno nella giusta direzione. La composizione negoziata potrebbe diventare uno strumento sempre più efficace per affrontare la crisi d’impresa, a patto che si continui a lavorare per migliorarne l’efficienza e la funzionalità all’interno del Codice della crisi.
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