Le aziende stanno correndo contro il tempo per sfruttare i bonus energia e gas relativi ai primi due trimestri del 2023. Un recente decreto legge ha anticipato al 15 novembre la scadenza per la compensazione di questi crediti, imponendo alle imprese che presentano modelli F24 con debiti erariali e contributivi l’onere di trovare soluzioni per utilizzare i tax credit già acquisiti. Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate ha emesso la risposta 439/2023, che conferma la possibilità di compensare i crediti energetici anche in presenza di debiti erariali scaduti, ma prevede l’opposizione in compensazione per i crediti da bonus energetici in caso di liquidazione giudiziale.
L’articolo 7 del decreto Proroghe ha abbreviato il periodo di tempo disponibile per le imprese per compensare i debiti erariali e contributivi maturati nei primi due trimestri di quest’anno. Questa anticipazione ha un impatto significativo sulla capacità delle aziende di utilizzare appieno i bonus, specialmente se hanno debiti F24 per IVA e ritenute, in particolare per le imprese di medie dimensioni.
La cessione di crediti potrebbe non essere più possibile se la compensazione è stata avviata in parte o in tutto per il singolo codice tributo, poiché vige la regola della cessione integrale. Tuttavia, è consentito anticipare la presentazione dei modelli F24 relativi al versamento in scadenza il giorno successivo e il pagamento dell’acconto IRES e Irap entro il 30 novembre.
Per quanto riguarda i tax credit energetici, l’Agenzia delle Entrate ha confermato che la compensazione può essere effettuata anche se il contribuente ha debiti erariali iscritti a ruolo e non pagati per oltre 1.500 euro. Tali crediti non rientrano nelle restrizioni dell’articolo 31 del Dl 78/2010 ma sono disciplinati dall’articolo 155 del Codice della crisi di impresa, che permette all’Agenzia delle Entrate di opporsi in compensazione dei crediti erariali in caso di liquidazione giudiziale.
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