La recente risposta n. 174 del 21 agosto 2024 dell’Agenzia delle Entrate in materia di transfer pricing ha ribadito l’importanza della documentazione completa e conforme, specificando che il country file, necessario per attivare la penalty protection, deve essere redatto in lingua italiana. Questo chiarimento offre un’opportunità per riflettere sulla corretta gestione della documentazione di transfer pricing e sulla sua importanza nel rapporto tra le imprese e l’amministrazione fiscale.
La penalty protection: uno scudo contro le sanzioni
La penalty protection, introdotta dall’articolo 1, comma 6, del Dlgs 471/97, rappresenta una misura molto apprezzata dalle aziende. A condizione che la documentazione relativa al transfer pricing (in particolare il masterfile e il country file) sia redatta secondo le linee guida definite dal provvedimento n. 360494 del 23 novembre 2020, questa protezione consente di evitare l’applicazione delle sanzioni. Questo strumento non elimina l’obbligo di pagare eventuali maggiori imposte accertate, ma riduce sensibilmente l’impatto delle penalità, favorendo un dialogo più costruttivo tra fisco e contribuenti.
L’introduzione di questo scudo sanzionatorio ha avuto un effetto positivo nel migliorare i rapporti tra imprese e amministrazione fiscale, promuovendo la trasparenza nelle transazioni internazionali e incentivando le aziende a redigere documenti dettagliati sui prezzi di trasferimento.
La documentazione necessaria: masterfile e country file
Per ottenere la penalty protection, le imprese devono presentare due tipi di documenti principali:
- Masterfile: fornisce una visione complessiva delle transazioni a livello di gruppo, descrivendo le operazioni infragruppo, la struttura societaria e le funzioni di ogni entità. Il masterfile è uno strumento fondamentale per le multinazionali italiane con sedi estere e per le multinazionali straniere con filiali in Italia. La normativa consente che questo documento sia redatto in lingua inglese, data la sua natura internazionale e la necessità di coinvolgere gli headquarter stranieri nella sua preparazione.
- Country file: questo è il cuore della documentazione di transfer pricing e si concentra sulle transazioni specifiche tra la società italiana e le altre entità del gruppo. È qui che vengono descritte le operazioni commerciali, i prezzi di trasferimento applicati, le metodologie adottate e le prove di conformità alle norme fiscali. A differenza del masterfile, il country file deve essere redatto in lingua italiana, come chiarito dalla recente risposta dell’Agenzia delle Entrate. Questo documento è particolarmente rilevante durante i controlli fiscali, in quanto fornisce una visione dettagliata delle transazioni svolte dalla società italiana.
Il nodo della lingua: country file in italiano, masterfile in inglese
Uno degli aspetti più discussi nella risposta n. 174/2024 riguarda la lingua in cui devono essere redatti questi documenti. Mentre la normativa permette che il masterfile sia redatto in inglese, il country file deve essere necessariamente presentato in italiano. Questo aspetto può rappresentare una sfida per le multinazionali straniere, le cui documentazioni sono spesso predisposte centralmente in lingua inglese.
Nel caso esaminato dalla risposta n. 174, una società operante in regime di adempimento collaborativo aveva chiesto di poter presentare il country file in inglese, essendo stato predisposto da un centro di competenza estero. L’Agenzia delle Entrate ha però negato questa possibilità, confermando che il country file deve essere in italiano per rispettare i requisiti normativi.
L’importanza di una documentazione dettagliata e su misura
La decisione dell’Agenzia delle Entrate evidenzia un punto cruciale: la documentazione di transfer pricing non può essere semplicemente un documento generico preparato a livello centrale e distribuito a tutte le filiali di un gruppo. Deve invece essere un documento sartoriale, in grado di riflettere le specificità delle operazioni svolte in Italia e di essere conforme alle norme italiane. Anche se la lingua inglese è ormai diffusa in ambito fiscale internazionale, è necessario che la documentazione italiana sia chiara e dettagliata, redatta nella lingua del paese per facilitare i controlli e garantire la conformità.
La penalty protection rappresenta un’opportunità preziosa per le imprese, ma affinché sia effettivamente efficace, è necessario che la documentazione rispetti le regole stabilite dalle autorità fiscali. Questo significa che le imprese devono investire nella redazione di documenti che riflettano accuratamente le loro transazioni e che siano conformi ai requisiti locali.
La recente risposta dell’Agenzia delle Entrate in tema di transfer pricing ribadisce l’importanza di una documentazione completa e correttamente redatta, in particolare per quanto riguarda il country file, che deve essere presentato in lingua italiana. Questo chiarimento sottolinea la necessità di un approccio su misura nella preparazione della documentazione di transfer pricing, soprattutto per le multinazionali che operano in diversi paesi con normative fiscali differenti.
Per le aziende, la penalty protection rimane uno strumento fondamentale per evitare sanzioni, ma per usufruirne è essenziale seguire attentamente le linee guida stabilite dalle autorità fiscali italiane. La redazione di una documentazione accurata e dettagliata, conforme alla normativa, non solo mette le imprese al riparo dalle sanzioni, ma facilita anche un rapporto più trasparente e collaborativo con il fisco.