Nel quadro delle misure di welfare e benefit aziendali, le spese per i pasti dei dipendenti rappresentano un’opportunità vantaggiosa sia dal punto di vista fiscale che organizzativo. L’articolo 51, comma 2, lettera c) del TUIR prevede specifiche deroghe al principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente, escludendo dal computo imponibile determinate tipologie di somministrazioni di vitto, prestazioni sostitutive e indennità.
Per il datore di lavoro, queste spese sono interamente deducibili dal reddito d’impresa. Per il dipendente, si tratta di un beneficio esentasse, entro limiti ben definiti.
Vediamo nel dettaglio le tre categorie di spese escluse dal reddito da lavoro dipendente e i relativi vantaggi.
1. Somministrazione diretta di vitto
Sono esenti le somministrazioni:
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effettuate direttamente dal datore di lavoro;
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rese tramite mense aziendali interne o affidate in gestione a terzi.
In questo caso, la fruizione del pasto è totalmente non imponibile per il dipendente, senza limiti di valore.
2. Prestazioni sostitutive di mensa (buoni pasto)
I buoni pasto, anche noti come ticket restaurant, costituiscono la forma più diffusa di benefit alimentare. L’esenzione fiscale e contributiva è prevista fino ai seguenti limiti giornalieri:
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4 euro per i buoni pasto cartacei;
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8 euro per i buoni pasto elettronici.
Alcune precisazioni:
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il superamento della soglia rende imponibile solo l’eccedenza, che non è assorbibile nei limiti di esenzione previsti per i fringe benefits (1.000/2.000 euro);
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l’erogazione ad personam rende l’intero valore imponibile;
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il regime agevolato si applica anche ai lavoratori in smart working (interpello 123/2021).
I buoni devono essere nominativi, non cedibili, non monetizzabili, e l’uso non può superare otto buoni cumulati per volta.
3. Indennità sostitutive di mensa
Sono escluse dal reddito le indennità corrisposte:
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agli addetti a cantieri, sedi temporanee o luoghi privi di ristorazione;
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nel limite giornaliero di 5,29 euro;
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a condizione che siano stabilmente assegnati a una sede e che abbiano una pausa pranzo formalmente prevista non fruibile tramite strutture di ristoro raggiungibili a piedi.
Le indennità attribuite in funzione di un orario spezzato o a lavoratori privi di una sede stabile non beneficiano dell’esenzione.
Le card elettroniche “mensa diffusa”
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che le card elettroniche utilizzate per accedere a circuiti convenzionati non sono assimilabili ai ticket restaurant, ma sono equiparabili a una mensa diffusa. In tal caso, l’intera prestazione è esente anche oltre gli 8 euro, poiché si configura come somministrazione diretta di vitto.
Attenzione: se le card assumono caratteristiche di titoli di spesa prepagati o strumenti di pagamento, perdono l’esenzione e il valore diventa imponibile.
Regole generali
Come precisato nella circolare 326/E del 1997, è possibile per il datore di lavoro:
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adottare diversi sistemi in parallelo per categorie omogenee di lavoratori;
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prevedere ticket restaurant per alcuni, mensa per altri, indennità per altri ancora, secondo le esigenze aziendali.
È vietato invece cumulare, nella stessa giornata lavorativa e per lo stesso lavoratore, più sistemi (es. mensa + buono pasto + indennità).
Deducibilità per l’impresa
Tutte le spese sostenute dall’impresa per fornire il pasto ai dipendenti – che si tratti di mensa, buoni pasto o indennità – sono integralmente deducibili dal reddito d’impresa, senza limiti di importo, purché:
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siano erogate alla generalità o a categorie omogenee di lavoratori;
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siano effettivamente documentate e coerenti con l’attività aziendale.
Tabella riassuntiva
Tipologia | Limite esenzione per il dipendente | Deducibilità per l’impresa |
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Mensa aziendale o gestita da terzi | Nessun limite | 100% deducibile |
Buoni pasto cartacei | 4 € al giorno | 100% deducibile |
Buoni pasto elettronici | 8 € al giorno | 100% deducibile |
Indennità sostitutiva (cantieri, sedi temporanee) | 5,29 € al giorno | 100% deducibile |
Card elettroniche (mensa diffusa) | Nessun limite | 100% deducibile |
Conclusione
Le spese per la somministrazione di pasti rappresentano un beneficio fiscalmente vantaggioso, sia per il dipendente, sia per l’impresa. Inserirle in un piano di welfare aziendale ben strutturato consente di aumentare la soddisfazione dei lavoratori e di ottimizzare il costo del lavoro.
In uno scenario dove il benessere dei dipendenti è strettamente connesso alla produttività, una politica alimentare aziendale efficace è un elemento chiave per attrarre, motivare e fidelizzare le risorse umane.