Farmacie e SSN: nella nuova remunerazione l’Iva al 10% si somma al compenso

La nuova remunerazione delle farmacie include l’Iva al 10% su tutte le voci del corrispettivo SSN

Con l’entrata in vigore della legge di Bilancio 2024, il sistema di remunerazione delle farmacie per i medicinali erogati in convenzione con il Servizio sanitario nazionale ha subito un cambiamento radicale. Il vecchio modello basato su sconti e compensi percentuali viene sostituito da un corrispettivo strutturato su base normativa, calcolato in funzione di più voci: margine percentuale, quota fissa, integrazione per farmaci generici, e quote aggiuntive per farmacie piccole. Ma attenzione: a tutte queste voci si deve ora sommare l’Iva al 10%. Ecco cosa cambia.

Cosa prevede il nuovo sistema di remunerazione

La legge di Bilancio 2024 ha introdotto un modello basato su una remunerazione parametrata al prezzo al pubblico, al netto dell’Iva, articolata come segue:

  • quota variabile: 6% sul prezzo al pubblico netto Iva

  • quota fissa per confezione: da € 0,55 a € 2,50, a seconda del prezzo di fustella

  • quota fissa extra: € 0,115 per i farmaci in lista di trasparenza

  • quota aggiuntiva: riconosciuta alle farmacie di piccole dimensioni per garantire la copertura territoriale

Tutte queste voci costituiscono il corrispettivo imponibile: su di esse va applicata l’Iva al 10%, che deve essere indicata separatamente nella distinta contabile inviata dalle farmacie alle Asl.

La conferma dell’Agenzia delle Entrate

Il parere n. 956-33/2025 dell’Agenzia delle Entrate, richiesto da Federfarma, ha chiarito che:

  • il nuovo sistema configura un’unica operazione di cessione di beni (art. 2, DPR 633/1972)

  • l’Iva va applicata su tutto il corrispettivo spettante alla farmacia

  • le quote aggiuntive per le farmacie minori, prima considerate fuori campo, sono ora ricondotte nella base imponibile

Esempio pratico

Una farmacia dispensa un farmaco in regime SSN, con le seguenti componenti:

  • quota variabile: € 1,80

  • quota fissa: € 0,70

  • quota generici: € 0,115

  • quota piccola farmacia: € 0,50

Totale netto: € 3,115

L’Iva al 10% si calcola su questo importo:

  • Iva: € 0,3115

  • Totale distinto alla Asl: € 3,43

Perché è importante: impatti fiscali e contabili

La precisazione dell’Agenzia elimina le ambiguità sulla detrazione dell’Iva da parte delle farmacie. Riconoscendo l’Iva su tutte le componenti, si rafforza il diritto alla detrazione dell’imposta sugli acquisti connessi all’erogazione dei farmaci convenzionati. È un passaggio rilevante per la corretta gestione dell’Iva e per evitare contestazioni nei controlli successivi.

Strategie operative per le farmacie

  • Aggiornare i sistemi gestionali: la distinta deve ora indicare separatamente l’Iva al 10% su tutte le voci di remunerazione

  • Verificare i contratti di fornitura: per evitare margini di errore sulla base imponibile

  • Migliorare la documentazione interna: per garantire il diritto alla detrazione su costi promozionali, acquisti e servizi connessi

  • Attenzione ai farmaci con aliquote diverse: in caso di cessioni non soggette al 10%, occorre segmentare la base imponibile

Lo scenario per le piccole farmacie

Il riconoscimento dell’Iva anche sulle quote aggiuntive è un segnale positivo per le realtà territoriali, perché valorizza l’intero corrispettivo e amplia il credito Iva detraibile. Tuttavia, senza un’adeguata impostazione amministrativa e fiscale, il beneficio può essere vanificato da errori formali.

Perché serve un partner strategico

L’evoluzione della remunerazione SSN segna un cambio di paradigma. Non è solo una variazione contabile: impatta sulla gestione fiscale, sulla liquidità e sulla compliance. Beneggi e Associati supporta le farmacie nella transizione al nuovo regime, offrendo una visione integrata che valorizza ogni componente economica e garantisce la massima coerenza normativa.

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