La legge 76 del 15 maggio 2025 ha introdotto una deroga temporanea al regime fiscale ordinario dei premi di risultato e della partecipazione agli utili. Per il solo anno 2025, il limite entro cui è possibile applicare l’imposta sostitutiva del 5% sale da 3.000 a 5.000 euro, ma esclusivamente per le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili d’impresa, a condizione che ne sia destinato almeno il 10% complessivo ai lavoratori dipendenti, sulla base di contratti collettivi aziendali o territoriali validamente stipulati.
Rimane invece invariato, a 3.000 euro, il limite per i premi di risultato, sempre soggetti all’imposta sostitutiva del 5% se legati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza o innovazione.
Il riferimento normativo di base è contenuto nei commi da 182 a 191 della legge 208 del 2015, ai quali si sovrappone, per l’anno in corso, la disciplina derogatoria della legge 76/2025.
Condizioni e requisiti
L’ampliamento del limite detassabile a 5.000 euro per la partecipazione agli utili è subordinato a condizioni precise:
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L’azienda deve destinare almeno il 10% degli utili d’esercizio alla distribuzione ai dipendenti;
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La redistribuzione deve avvenire in esecuzione di un contratto collettivo aziendale o territoriale stipulato ai sensi dell’articolo 51 del decreto legislativo 81/2015;
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Il lavoratore beneficiario non deve aver superato, nell’anno precedente, 80.000 euro di reddito da lavoro dipendente;
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Devono essere rispettati i criteri di misurabilità e verificabilità degli obiettivi e delle condizioni, come indicato dalle interpretazioni ufficiali fornite dall’Agenzia delle Entrate.
Le somme corrisposte possono essere monetarie o convertite, anche in parte, in beni e servizi nell’ambito di piani di welfare aziendale. In quest’ultimo caso, la normativa prevede ulteriori esenzioni parziali, come l’esclusione del 50% dei dividendi entro i 1.500 euro annui, se riconducibili a strumenti finanziari partecipativi.
Esempi concreti
Caso 1 – Partecipazione agli utili con deroga 2025
Un’azienda con utile d’esercizio pari a 1.000.000 euro decide di distribuire il 10% (100.000 euro) ai propri dipendenti, tramite contratto aziendale stipulato con le rappresentanze sindacali. Ogni lavoratore riceve un importo pari a 5.000 euro, interamente detassato con l’imposta sostitutiva al 5%. L’effetto netto è un significativo vantaggio fiscale rispetto a una retribuzione ordinaria, sia per l’azienda (minori oneri contributivi), sia per i lavoratori (maggiore netto in busta).
Caso 2 – Premio di risultato ordinario
Un’impresa eroga premi trimestrali legati a incrementi di produttività, definiti da obiettivi misurabili e depositati con contratto territoriale. Ogni dipendente riceve 2.800 euro complessivi nel 2025, tassati al 5%. In questo caso il limite resta quello ordinario (3.000 euro), ma l’agevolazione resta pienamente applicabile.
Aspetti critici e operativi
L’incremento del limite agevolabile per la sola partecipazione agli utili non è automatico: richiede un’effettiva redistribuzione di utili aziendali, dimostrabile contabilmente e sostenuta da contrattazione collettiva conforme.
Sono escluse dall’agevolazione le erogazioni arbitrarie o unilaterali non formalizzate. Inoltre, è essenziale la corretta gestione degli adempimenti di deposito del contratto, della verifica delle soglie reddituali e della coerenza tra quanto previsto contrattualmente e quanto attuato.
Ulteriori chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS sono attesi entro la fine di giugno per uniformare le interpretazioni applicative.
Opportunità strategiche
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Valorizzazione del capitale umano: il coinvolgimento diretto dei dipendenti negli utili aziendali rafforza la cultura della performance e della partecipazione.
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Ottimizzazione fiscale: l’aliquota al 5% rappresenta una leva concreta per ridurre il cuneo fiscale in modo legittimo e controllato.
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Posizionamento distintivo: imprese che applicano strumenti di questo tipo trasmettono un’immagine evoluta, attenta al benessere dei lavoratori e alla sostenibilità interna.
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Flessibilità gestionale: l’integrazione tra premi di risultato, partecipazione agli utili e welfare permette un uso personalizzato delle leve retributive.
Le imprese capaci di cogliere e integrare tempestivamente queste opportunità ottengono benefici non solo fiscali, ma strategici. Valutare con metodo la possibilità di implementare piani di partecipazione agli utili o premi di risultato è una scelta che impatta positivamente su clima interno, reputazione esterna e redditività.
Lo studio Beneggi e Associati affianca le imprese nella valutazione completa delle opportunità offerte dalla normativa 2025, assicurando una gestione tecnica puntuale, la predisposizione dei contratti conformi, l’analisi delle condizioni reddituali e contributive, e il supporto nella pianificazione di piani retributivi integrati.