Con il decreto del 26 marzo 2025 il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha avviato ufficialmente un’iniziativa destinata a ridefinire la traiettoria dell’economia sociale in Italia. L’istituzione del Comitato consultivo per le imprese impact rappresenta un segnale strategico: per la prima volta, la governance partecipata delle politiche industriali si apre formalmente alla componente non istituzionale, puntando su competenze diffuse, modelli ibridi e nuove visioni di sviluppo.
L’idea alla base del Comitato è radicale nella sua semplicità: riconoscere e valorizzare il ruolo delle imprese che perseguono obiettivi economici insieme a finalità sociali, ambientali e inclusive. Un modello che oggi trova riscontro tanto nelle imprese sociali e familiari quanto in startup, cooperative, consorzi e aziende orientate alla co-progettazione tra profit e non profit. È in questo orizzonte che si inserisce la procedura selettiva aperta dal MIMIT per individuare i componenti non istituzionali che andranno a integrare l’organismo consultivo.
Il Comitato si configurerà come centro di proposta, ascolto e indirizzo, in grado di accompagnare l’evoluzione normativa e promuovere strumenti operativi per le imprese impact. La sua sede presso la Direzione generale per l’industria e l’innovazione gli conferisce una centralità operativa significativa. Non si tratta di una commissione di rappresentanza, ma di una cabina di regia tecnico-politica destinata a proporre riforme legislative, a suggerire criteri per le certificazioni d’impatto, a redigere una relazione strategica annuale per il Ministro, e a premiare le pratiche più meritevoli nel panorama imprenditoriale nazionale.
Il contesto in cui nasce questa iniziativa è segnato dalla crescente rilevanza dei fattori ESG nella valutazione delle imprese. I consumatori, i lavoratori e gli investitori chiedono sempre più coerenza tra dichiarazioni e prassi. Le imprese, a loro volta, sono chiamate ad attivare modelli di governance partecipata, a investire nella sostenibilità organizzativa, a riconoscere la diversità come leva strategica. L’impresa impact non è una nicchia residuale, ma un laboratorio concreto in cui si sperimenta un’economia rigenerativa, fondata sul valore sociale del lavoro e sulla qualità delle relazioni produttive.
La logica del bando – con chiusura fissata al 19 giugno 2025 – è inclusiva, ma esigente. Possono candidarsi professionisti, accademici, dirigenti, imprenditori con esperienza documentata e riconosciuta nel proprio settore. La procedura richiede la presentazione di un curriculum firmato digitalmente, di una relazione sintetica sulle competenze maturate e di una motivazione chiara sul valore aggiunto che si intende offrire. Le categorie non istituzionali selezionabili sono otto, e comprendono rappresentanze del Terzo Settore, imprese familiari e sociali, università, startup, cooperative e realtà innovative. La scelta finale sarà effettuata da una commissione interna al Ministero, con criteri basati su autorevolezza, coerenza progettuale, contributo scientifico e impegno dimostrabile.
Il Comitato si collocherà all’intersezione tra politica industriale, giuslavorismo e sviluppo sostenibile. Le sue funzioni avranno un impatto concreto sulla definizione dei criteri di premialità nei bandi pubblici, sull’incentivazione dei modelli ad alto valore sociale, sulla diffusione delle certificazioni ESG. Inoltre, potrà contribuire a rafforzare la cornice giuridica di riferimento per pratiche ancora poco riconosciute ma ampiamente diffuse nel tessuto economico.
Non è soltanto un’occasione di partecipazione, ma una sfida culturale. L’attivazione di un Comitato nazionale sulle imprese impact rappresenta una scelta di campo: mettere al centro del dibattito istituzionale una forma di impresa che misura il successo non solo in termini di margine economico, ma anche di equità generazionale, benessere organizzativo e responsabilità ambientale.
Affrontare una candidatura a un Comitato strategico nazionale richiede rigore tecnico, posizionamento coerente, chiarezza degli obiettivi e solidità del profilo. Beneggi e Associati offre assistenza completa nella predisposizione del dossier di candidatura, nella redazione della relazione motivazionale, nell’elaborazione del curriculum e nella valorizzazione delle esperienze attraverso una narrazione strategica del contributo professionale. La partecipazione a questo Comitato è una scelta che può influire sul futuro delle politiche industriali. Essere affiancati da chi conosce logiche istituzionali e sistemi normativi complessi è un vantaggio decisivo.