La risoluzione 32/E del 15 maggio 2025 rappresenta una svolta per le imprese che, durante la pandemia, hanno accumulato crediti deteriorati e imposte anticipate (DTA). Grazie alla normativa introdotta dal decreto legge 34/2019 e successive modifiche, è ora possibile trasformare queste DTA in crediti d’imposta spendibili immediatamente o trasferibili a terzi, migliorando in modo concreto la liquidità aziendale. Capire le modalità operative e strutturare una strategia adeguata è essenziale per ottenere un vantaggio competitivo.
Nato per sostenere le imprese con esposizioni verso soggetti insolventi, il meccanismo consente di convertire le DTA ancora in sospeso entro il 31 dicembre 2021 in crediti fiscali immediati. Chi ottiene questi crediti può utilizzarli in tre modi: compensazione mediante F24, rimborso, o cessione, sia all’interno del gruppo societario sia a partner esterni. Un importante chiarimento della risoluzione 32/E riguarda il prezzo di cessione: contrariamente a quanto stabilito nel precedente interpello 18/2020, non esiste più l’obbligo di trasferire i crediti al valore nominale. Si può quindi stabilire un corrispettivo inferiore, in linea con il quadro economico del mercato, dando flessibilità all’impresa.
Nel passaggio infragruppo la procedura è semplice: basta indicare la cessione nella dichiarazione dei redditi della società cedente. Tali crediti sono compensabili fino a 2 milioni di euro, purché non eccedano l’IRES dovuta. In presenza di un consolidato fiscale, il limite si amplia ulteriormente, permettendo alle società di gruppo di beneficiare di una maggiore disponibilità fiscale.
Diversa è la strada per la cessione a terzi, che richiede un atto pubblico o scrittura privata autenticata e notifica alla Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate. Il cessionario può utilizzare il credito solo in compensazione tramite codice tributo 6834 e non può rivenderlo. Nonostante la procedura sia più strutturata, questa soluzione crea opportunità di monetizzazione immediata. L’Agenzia resta silente sul rapporto contrattuale, intervenendo solo in caso di uso improprio del credito.
Per un’impresa che desidera monetizzare risorse latenti in bilancio, questa possibilità si può tradurre in un flusso di cassa concreto e immediato, senza attendere anni per l’assorbimento fiscale. Tuttavia, è fondamentale adottare un approccio strutturato, valutando la convenienza economica e optando per la forma di utilizzo più vantaggiosa.
Esempi pratici
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Una società del gruppo genera 1,5 milioni di euro di credito DTA e appartiene a un consolidato che versa 1,2 milioni di euro di IRES. Grazie alla risoluzione, può cedere il credito infragruppo al consolidante, compensando interamente l’imposta dovuta e preservando liquidità.
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Un’azienda con 500.000 euro di credito DTA può scegliere la cessione a terzi investitori. Attraverso atto notarile e notifica all’Agenzia, ottiene immediatamente liquidità, pur accettando uno sconto rispetto al valore nominale del credito.
La risoluzione 32/E offre un’opportunità concreta per trasformare sinergie fiscali in capitale immediato. Essa deve essere guidata da una visione strategica e da una corretta gestione tecnica. Beneggi e Associati è pronta a supportare il tuo business nella scelta più efficace: valutare convenienza, preparare la documentazione, garantire la conformità e ottimizzare il flusso di liquidità. Contattaci per una consulenza puntuale e personalizzata.