Ri.Circo.Lo – Prevenzione e riciclaggio dei rifiuti alimentari: un’occasione strategica per le PMI lombarde

Contributi fino al 60% per progetti di economia circolare nel settore alimentare in Lombardia: opportunità strategica per le PMI.

La Regione Lombardia ha attivato una nuova edizione del bando Ri.Circo.Lo, interamente dedicata alla prevenzione e al riciclo dei rifiuti alimentari. Con una dotazione finanziaria di 2,3 milioni di euro, la misura sostiene le PMI lombarde che investono in progetti di economia circolare lungo la filiera agroalimentare.

I contributi, a fondo perduto, possono coprire fino al 60% delle spese ammissibili. L’incentivo è destinato a imprese regolarmente iscritte al Registro delle Imprese, attive sul territorio lombardo, comprese start-up e PMI innovative, anche in forma aggregata.

La misura punta alla valorizzazione dei residui alimentari come sottoprodotti, alla riduzione degli scarti lungo la produzione, distribuzione e consumo, fino al riciclaggio in ottica industriale. Sono ammesse iniziative nella trasformazione degli alimenti, nella logistica, nella ristorazione e nel recupero dei rifiuti alimentari con soluzioni scalabili e replicabili.

Esempi pratici

Un laboratorio artigianale di conserve vegetali introduce un sistema per il riutilizzo delle bucce e scarti vegetali, trasformandoli in fibre alimentari per prodotti funzionali. Il progetto prevede l’acquisto di macchinari specifici e una nuova linea di confezionamento. L’investimento complessivo è di 85.000 euro, con un contributo potenziale di oltre 50.000 euro.

Una mensa aziendale adotta una piattaforma digitale con sensori smart per tracciare gli scarti a fine servizio, ottimizzando le porzioni e reimpiegando le eccedenze in pasti sociali. Viene anche acquisito un software gestionale con licenza cloud. Le spese rientrano tra quelle ammissibili, con un risparmio economico e un impatto ambientale concreto.

Spese finanziabili

Le spese devono essere sostenute dopo la presentazione della domanda. Tra queste rientrano:

  • beni strumentali nuovi o usati (macchinari, impianti, attrezzature), che devono rappresentare almeno il 30% del totale;

  • hardware connesso al progetto, esclusi dispositivi mobili;

  • software gestionale e licenze d’uso, con limite al 5%;

  • brevetti, marchi, certificazioni;

  • opere edili e impiantistiche, fino al 25%;

  • spese generali calcolate forfettariamente (7%) solo in regime de minimis.

Sono esclusi interventi come compostaggio, digestione anaerobica o pretrattamenti per questi fini.

Regimi di aiuto

Le imprese possono scegliere fra tre regimi:

  1. Regime de minimis (Reg. UE 2831/2023): fino al 60% per piccole imprese e 50% per medie.

  2. Reg. UE 651/2014 – art. 47: agevolazione legata all’efficienza delle risorse e all’impatto ambientale superiore rispetto a uno scenario convenzionale.

  3. Reg. UE 651/2014 – art. 17: agevolazione legata a investimenti in attivi materiali e immateriali per espansione, diversificazione o cambiamento del processo produttivo.

Il contributo massimo per progetto è di 1.000.000 euro. Il progetto deve avere spese ammissibili pari ad almeno 40.000 euro.

Cumulabilità

L’agevolazione è cumulabile con altri aiuti di Stato o misure fiscali, nel limite massimo del 100% dei costi ammissibili e nel rispetto delle intensità massime previste. È vietato il doppio finanziamento con fondi PNRR.

Iter

La misura sarà attivata con pubblicazione del bando attuativo. La procedura sarà a graduatoria. Le imprese interessate devono pianificare con anticipo la propria candidatura e predisporre la documentazione tecnica coerente con i criteri di valutazione.

In questo contesto, Beneggi e Associati offre un supporto integrato che va oltre l’accesso al contributo. Analizziamo la struttura dei costi, valutiamo la coerenza con i regimi normativi europei e accompagniamo l’impresa nella selezione degli scenari controfattuali, nella costruzione del progetto e nella sua rendicontazione.

Per le imprese che vogliono unire sostenibilità e competitività, cogliere questo bando significa capitalizzare un’occasione concreta. Non si tratta solo di fondi pubblici, ma di un passaggio strategico verso un modello produttivo più efficiente e innovativo. Con metodo e visione.

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