Contributo 2025 per punti vendita non prevalenti di quotidiani e periodici: guida operativa per accedere al fondo da 3 milioni di euro

Guida operativa al contributo 2025 per rivendite non prevalenti di quotidiani: requisiti, spese ammesse, domanda e scadenze

 

Nel panorama normativo degli aiuti all’editoria per l’anno 2025, emerge una misura strategica rivolta a una categoria spesso trascurata: gli esercenti commerciali che, in via non prevalente, vendono quotidiani e periodici. L’intervento previsto dal D.P.C.M. 17 aprile 2025 punta a garantire una diffusione capillare dell’informazione nei comuni sprovvisti di edicole esclusive, attraverso un contributo a fondo perduto che copre il 60% delle spese sostenute nel 2024.

L’incentivo, inquadrato nel regime de minimis, ha una dotazione complessiva di 3 milioni di euro e mira a supportare quei punti vendita che, pur non avendo come attività principale la rivendita di giornali, rappresentano un presidio informativo essenziale in molte realtà locali.

Chi può beneficiarne

Il contributo è destinato a:

  • Esercenti che svolgono attività commerciale di vendita al dettaglio, con codice ATECO secondario 47.62.10 (rivendita di quotidiani e periodici);
  • Attività situate in comuni privi di edicole esclusive con codice ATECO 47.62.10 come attività primaria o prevalente;
  • Imprese in regola con il DURC;
  • Soggetti non sottoposti a procedure di liquidazione volontaria, coatta o giudiziale.

L’attività di rivendita deve risultare accessoria, ovvero non prevalente, e tale condizione deve essere verificabile attraverso la classificazione sul Registro delle imprese.

Spese ammissibili e importi riconosciuti

Il contributo copre il 60% delle seguenti spese sostenute nell’anno 2024, proporzionalmente ai ricavi derivanti dalla vendita di quotidiani e periodici:

  • IMU, TASI, CUP, TARI;
  • Canoni di locazione;
  • Energia elettrica, servizi telefonici e Internet;
  • Acquisto o noleggio di registratori di cassa e dispositivi POS;
  • Spese per ammodernamento tecnologico e trasformazione digitale.

Il contributo massimo erogabile è pari a 4.000 euro, mentre l’importo minimo ammissibile deve essere superiore a 200 euro. In presenza di più punti vendita, il contributo è riconosciuto all’impresa nella sua globalità.

Come presentare la domanda

Le domande dovranno essere trasmesse in modalità telematica attraverso il portale www.impresainungiorno.gov.it, dalle ore 10:00 del 15 ottobre 2025 alle ore 17:00 del 13 novembre 2025. È necessario predisporre:

  • Documentazione fiscale relativa alle spese sostenute nel 2024;
  • Dichiarazioni sostitutive di atto notorio per attestare i requisiti;
  • Calcolo della quota di spesa riconducibile alla rivendita di giornali, in base al rapporto ricavi da giornali / ricavi totali.

Nel caso in cui le risorse disponibili risultino inferiori al fabbisogno, l’importo sarà ridotto proporzionalmente tra tutti i soggetti ammessi.

Due esempi concreti

Esempio 1: un negozio di alimentari situato in un comune senza edicola, con codice ATECO secondario 47.62.10, ha sostenuto nel 2024 le seguenti spese: 6.000 euro di affitto, 2.400 di energia, 600 per internet, 300 per il noleggio del registratore telematico. Con un’incidenza del 5% dei ricavi attribuibile alla rivendita di giornali, le spese ammissibili sono 9.300 * 5% = 465 euro. Il contributo sarà quindi 279 euro (60% di 465).

Esempio 2: un bar con vendita accessoria di riviste ha spese totali per 12.000 euro e un’incidenza del 4% dei ricavi da giornali. Le spese ammissibili sono 480 euro. Il contributo riconosciuto sarà 288 euro.

Opportunità e criticità

Questa misura rappresenta un’opportunità concreta per coprire costi strutturali fissi e sostenere investimenti in digitalizzazione. Tuttavia, richiede una gestione amministrativa attenta: è fondamentale predisporre una contabilità che consenta di distinguere i ricavi e le spese relativi alla rivendita non prevalente.

Lo Studio Beneggi e Associati affianca le imprese nella verifica dei requisiti, nella determinazione del contributo massimo ottenibile e nella predisposizione della pratica. Un supporto strategico che riduce il rischio di esclusione e massimizza le risorse ottenibili.

Affidarsi a consulenti esperti, capaci di integrare competenza normativa e visione strategica, consente di trasformare una misura settoriale in leva economica concreta per il punto vendita.

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