Nel contesto competitivo attuale, ogni impresa deve affrontare il mercato con strumenti adeguati a misurare, interpretare e guidare la propria gestione. Per le PMI, spesso esposte a vincoli di risorse e a margini più sottili, l’analisi della performance rappresenta un elemento strategico per garantire la sostenibilità finanziaria e operativa nel tempo. Tuttavia, non basta disporre di dati: è necessario saperli leggere, distinguendo la gestione caratteristica da quella straordinaria e traducendo numeri e indici in decisioni coerenti con la strategia aziendale.
Il bilancio d’esercizio, se correttamente riclassificato, diventa uno strumento utile non solo a fini civilistici, ma anche per la diagnosi gestionale. L’obiettivo non è osservare il passato, ma anticipare scenari futuri. Per farlo, è essenziale individuare il contributo reale del core business e isolarlo da elementi una tantum, fiscali o finanziari. Solo così si ottiene una lettura affidabile della capacità dell’impresa di generare valore.
Un caso emblematico è quello di una PMI del settore alimentare che, nell’anno 2023, chiude con un utile netto significativo. Tuttavia, l’analisi riclassificata rivela che il risultato è dovuto a una plusvalenza da cessione di un immobile. Escludendo tale componente, la gestione caratteristica risulta in perdita. Grazie a questa distinzione, i soci decidono di intervenire sul modello di pricing e sulla struttura dei costi, evitando di replicare una strategia apparentemente vincente ma in realtà insostenibile.
L’analisi per indici rappresenta lo strumento più immediato per sintetizzare la salute economico-finanziaria dell’impresa. Tuttavia, per essere efficace, deve basarsi su dati omogenei e coerenti, e va condotta sia in ottica temporale (evoluzione storica) sia spaziale (benchmark di settore). Indicatori come il ROCE, il rapporto PFN/EBITDA, il DSCR, la rotazione del magazzino o il ciclo monetario, se contestualizzati, offrono una fotografia chiara della capacità aziendale di generare cassa, sostenere investimenti e onorare gli impegni assunti.
Un secondo esempio riguarda una società di servizi digitali che, pur mostrando una crescita dei ricavi, registra tensioni di cassa sempre più frequenti. L’analisi dei flussi evidenzia che l’incremento del fatturato non è accompagnato da incassi tempestivi, generando uno squilibrio nel capitale circolante. L’introduzione di un budget mensilizzato di cassa e una revisione delle politiche di incasso consentono di riequilibrare i flussi e rafforzare la posizione finanziaria.
Per garantire la sostenibilità, l’impresa deve affiancare all’analisi consuntiva strumenti di previsione: budget economici e finanziari, scenari alternativi, stress test. Solo un approccio integrato consente di anticipare criticità e cogliere opportunità. In quest’ottica, la misurazione della performance diventa linguaggio comune con gli stakeholder, in particolare con il sistema bancario. Una PMI in grado di comunicare la propria solidità con dati strutturati e coerenti migliora il proprio merito creditizio e la capacità di attrarre capitale.
Beneggi e Associati affianca le imprese con un approccio sistemico e personalizzato: dalla riclassificazione dei bilanci all’elaborazione di KPI coerenti con il modello di business, fino alla costruzione di strumenti previsionali solidi e tempestivi. Per lo Studio, l’analisi della performance non è un semplice esercizio numerico, ma un processo strategico per rafforzare le fondamenta aziendali e orientare le decisioni verso la creazione di valore duraturo.
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