di Camilla Fino
31 Ottobre 2025
Premessa
Quando un’impresa estera (senza stabile organizzazione in Italia) invia un proprio dipendente in Italia tramite distacco, sorgono obblighi previdenziali e contributivi italiani. È fondamentale distinguere dove viene svolta l’attività, chi è il soggetto obbligato e quali adempimenti devono essere assolti.
Quadro normativo e fattispecie rilevanti
-
In caso di distacco transnazionale (impresa estera → Italia), la normativa UE e italiana richiede che per la durata del distacco rimanga in capo al distaccante l’effettivo rapporto di lavoro e che il distaccante continui ad esercitare i poteri del datore di lavoro.
-
Se l’impresa estera ha lavoratori che svolgono attività in Italia senza stabile organizzazione, occorre valutare l’obbligo della nomina di un rappresentante previdenziale in Italia.
-
Il principio territoriale della contribuzione afferma che i contributi sono dovuti nello Stato in cui si svolge il lavoro.
Il caso concreto
-
Impresa estera (Alfa, giapponese) invia dipendente presso Beta (gruppo italiano) dal 2017 al 2022.
-
Beta non apre posizione INPS né effettua versamenti contributivi.
-
Nel 2021 un secondo distacco avviene presso Gamma (gruppo italiano), con regolare apertura della posizione e nomina del rappresentante.
-
Nel 2024 il rappresentante nominato chiede l’apertura retroattiva della posizione INPS per il periodo 2017‑2022.
Le domande chiave sono: è ammissibile la regolarizzazione? Quali sanzioni? Il rappresentante può essere ritenuto responsabile?
Ammissibilità della regolarizzazione retroattiva
-
In linea di principio, l’apertura tardiva o retroattiva è possibile, ma non automatica: serve documentare il rapporto di distacco, il compenso, la prestazione in Italia.
-
La posizione contributiva per il lavoratore è efficacemente regolata solo se vengono versati i contributi dovuti; l’ente previdenziale può tuttavia permettere la regolarizzazione mediante denuncia tardiva.
-
Se il lavoro non è stato effettivamente svolto in Italia o non sussiste il rapporto di lavoro italiano, l’obbligo previdenziale italiano potrebbe non configurarsi.
Sanzioni e limiti di responsabilità
-
L’impresa distaccante (Alfa) è soggetto obbligato ai contributi italiani qualora l’attività sia stata svolta in Italia e soggetta al regime italiano.
-
Le sanzioni possono essere elevate in caso di omissione contributiva prolungata, maggiorate per interesse e per ritardo.
-
Se la regolarizzazione è spontanea, l’ente previdenziale può applicare riduzioni sanzionatorie nell’ambito del ravvedimento operoso.
-
La società ospitante (Beta) può essere chiamata in via sussidiaria, qualora abbia beneficiato della prestazione lavorativa senza curare l’apertura della posizione.
-
Il rappresentante previdenziale nominato nel 2024 non è di norma responsabile delle omissioni pregresse, a meno che abbia direttamente concorso nell’inadempimento o abbia agito in violazione dei suoi obblighi dopo la nomina.
Implicazioni operative e raccomandazioni
-
Verificare luogo effettivo di prestazione del lavoratore: se l’attività è stata svolta in Italia, applicazione normativa italiana e apertura posizione INPS dovute.
-
Curare la documentazione: contratto di distacco o missione, buste paga, accrediti compensi, prove di domicilio/luogo di lavoro in Italia o fuori.
-
In caso di omissioni: predisporre piano di regolarizzazione, calcolo dei contributi dovuti, interessi e sanzioni, e valutare la modalità di ravvedimento.
-
Per il futuro: inserire nel gruppo un modello standard per i distacchi, con responsabilità definite tra estero e Italia e controllo degli adempimenti previdenziali.
"*" indica i campi obbligatori