Credito d’imposta per Temporary Manager nelle PMI: proposta di legge e incentivi fiscali

Incentivo fiscale per le Pmi che si avvalgono di un temporary manager: credito d’imposta fino al 30%, legato al miglioramento dell’Ebitda.

Il 4 novembre 2025 è stato avviato l’esame in Commissione Finanze della Camera della proposta di legge n. 2474, finalizzata a introdurre un credito d’imposta per le piccole e medie imprese (PMI) che si avvalgono di un temporary manager. L’iniziativa nasce su impulso dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.

Scopo della proposta è favorire l’accesso da parte delle PMI a competenze manageriali qualificate in fase di riorganizzazione, innovazione o rilancio strategico. La misura punta a colmare un vuoto normativo nella regolamentazione del ruolo del dirigente temporaneo, particolarmente sottoutilizzato nel nostro ordinamento rispetto ad altri Paesi europei.

Requisiti per l’accesso all’incentivo
Il credito d’imposta è riconosciuto solo in presenza di precise condizioni:

  • Il temporary manager deve essere un dottore commercialista iscritto all’albo con almeno tre anni di esperienza gestionale e due incarichi recenti in organi amministrativi o di controllo, oppure un professionista under 35 con laurea magistrale in discipline economico-aziendali e almeno tre anni di esperienza gestionale presso imprese.
  • Le PMI devono aver regolarmente depositato il bilancio e formalizzato l’incarico al manager mediante contratto (a tempo determinato, co.co.co., consulenza o prestazione d’opera professionale).
  • Devono presentare un progetto imprenditoriale con la descrizione delle attività delegate e degli obiettivi assegnati al manager.

Entità dell’agevolazione
L’agevolazione consiste in un credito d’imposta calcolato sul compenso riconosciuto al temporary manager, pari al:

  • 30% per micro e piccole imprese
  • 20% per le medie imprese

Il beneficio può essere fruito in compensazione per un massimo di tre esercizi. Tuttavia, è subordinato al raggiungimento di determinati risultati economici, in particolare incrementi dell’Ebitda:

  • almeno +5% nel primo anno;
  • almeno +10% nel secondo anno;
  • almeno +15% nel terzo anno.

Il mancato raggiungimento di tali soglie comporta la perdita del diritto all’incentivo per l’esercizio in questione.

Risorse finanziarie e finalità strategica
Il costo massimo previsto della misura è pari a 30 milioni di euro l’anno, a valere sul Fondo per la crescita sostenibile. Tuttavia, l’Unione dei giovani commercialisti evidenzia come tale spesa costituisca un investimento in competitività e produttività per il tessuto imprenditoriale italiano.

Vantaggi strategici per le imprese
L’introduzione del credito d’imposta favorisce:

  • il rafforzamento delle competenze manageriali delle PMI;
  • una gestione più efficiente nei periodi di transizione e rilancio;
  • un maggiore contributo fiscale derivante dall’aumento della redditività delle imprese coinvolte.

Il testo della proposta di legge e l’iter parlamentare sono consultabili sul sito della Camera dei deputati. Eventuali aggiornamenti saranno resi noti nel corso del dibattito parlamentare e in sede di approvazione finale.

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