Il disegno di Legge di Bilancio 2026 introduce una misura innovativa per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e incentivare la contrattazione collettiva. Con l’articolo 4, attualmente in fase di approvazione, viene stabilito che gli incrementi retributivi derivanti dai rinnovi contrattuali nel biennio 2025-2026 saranno soggetti a imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali comunali e regionali nella misura del 5%. Questa agevolazione fiscale rappresenta un passo importante verso la riduzione del cuneo fiscale e il rafforzamento del legame tra produttività e salario, in linea con la delega prevista dalla Legge n. 144 del 26 settembre 2025.
Cosa prevede la norma
La norma si applica ai lavoratori dipendenti del settore privato che percepiscono incrementi retributivi nel corso del 2026 per effetto di rinnovi contrattuali sottoscritti nel biennio 2025-2026. L’aliquota agevolata è fissata al 5%, in sostituzione delle imposte ordinarie Irpef e delle addizionali comunali e regionali. Il beneficio è riconosciuto ai lavoratori che non superano un reddito complessivo da lavoro dipendente pari a 28.000 euro annui. Non sono previsti limiti di importo sugli incrementi detassabili, il che rende la misura particolarmente interessante per i contratti collettivi di maggiore impatto economico.
Applicazione pratica e ruolo dei sostituti d’imposta
Il beneficio sarà applicato automaticamente dai sostituti d’imposta, salvo rinuncia espressa da parte del lavoratore. Questo significa che le aziende dovranno aggiornare i sistemi di payroll e il Libro Unico del Lavoro per gestire correttamente la detassazione. La rinuncia potrà essere comunicata dal lavoratore secondo modalità che saranno definite dai decreti attuativi o dalle circolari dell’Agenzia delle Entrate.
Aggiornamenti normativi e delega sulla retribuzione
La misura anticipa l’attuazione della delega prevista dalla Legge n. 144/2025, che mira a riformare la contrattazione collettiva e la politica salariale. L’obiettivo è favorire l’adeguamento salariale al costo della vita e incentivare la produttività, in linea con le politiche europee sul lavoro e con le raccomandazioni del Consiglio UE. Alla data di pubblicazione non risultano emendamenti all’articolo 4 del disegno di legge, ma è possibile che in sede di approvazione vengano introdotti chiarimenti operativi, soprattutto in relazione alle modalità di calcolo e alle esclusioni.
Come si applica l’imposta sostitutiva
Il meccanismo è semplice: gli incrementi retributivi derivanti dai rinnovi contrattuali saranno tassati con imposta sostitutiva del 5%, anziché con le aliquote ordinarie Irpef e addizionali. Questo comporta un vantaggio immediato in busta paga. Facciamo un esempio pratico: se un lavoratore riceve un incremento contrattuale di 1.500 euro nel 2026, con tassazione ordinaria (aliquota media 27%) pagherebbe circa 405 euro di imposte. Con la tassazione agevolata al 5%, l’imposta scende a 75 euro, con un risparmio netto di circa 330 euro. Il beneficio è automatico, ma il lavoratore può rinunciarvi. La rinuncia potrebbe essere utile solo in casi particolari, ad esempio per sfruttare altre detrazioni fiscali.
Implicazioni operative per aziende e consulenti
Per i datori di lavoro e i consulenti paghe, la misura richiede attenzione e aggiornamenti immediati. Sarà necessario verificare i requisiti di reddito dei dipendenti, gestire le eventuali rinunce e garantire la corretta esposizione nel Libro Unico del Lavoro e nei modelli di certificazione fiscale. È probabile che l’Agenzia delle Entrate e il Ministero del Lavoro emanino circolari esplicative per chiarire le modalità di applicazione e i controlli. Le aziende dovranno inoltre aggiornare i software di payroll per applicare correttamente l’imposta sostitutiva e predisporre informative interne per i lavoratori.
Perché questa misura è strategica
La detassazione dei rinnovi contrattuali sostiene il potere d’acquisto dei lavoratori in un contesto di inflazione, riduce il costo fiscale degli aumenti salariali per le imprese, favorisce la contrattazione collettiva e la stabilità occupazionale. Inoltre, contribuisce agli obiettivi di equità e produttività previsti dal PNRR e dalle politiche europee. Si tratta di una misura che rafforza il dialogo sociale e incentiva la competitività delle imprese, creando un circolo virtuoso tra crescita economica e tutela del lavoro.
Se sei un’azienda, verifica subito l’impatto della Legge di Stabilità 2026 sui tuoi contratti e prepara gli aggiornamenti al Libro Unico del Lavoro. Consulta il tuo consulente paghe per applicare correttamente l’imposta sostitutiva e sfruttare il beneficio.
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