Dal 1° gennaio 2025 è possibile dilazionare il pagamento dei debiti verso Inps e Inail fino a un massimo di 60 rate mensili. La novità è stata introdotta dall’articolo 23, comma 1, della legge 203/2024 (Collegato lavoro) e attuata dal decreto interministeriale Lavoro-Economia del 24 ottobre 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 novembre. Si tratta di un passo importante per le imprese e i professionisti che si trovano in difficoltà economico-finanziaria e devono gestire importi rilevanti.
Il provvedimento stabilisce che la dilazione può arrivare a 36 rate per debiti fino a 500mila euro e a 60 rate per importi superiori. Questa misura consente di spalmare il pagamento su un arco temporale di cinque anni, riducendo l’impatto finanziario immediato e favorendo la continuità aziendale.
Chi può accedere alla rateizzazione
La possibilità di rateizzare riguarda i debiti per contributi, premi e accessori di legge dovuti a Inps e Inail, purché non siano stati affidati agli agenti della riscossione. La richiesta deve essere motivata da una temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria, che sarà definita con criteri specifici dai consigli di amministrazione di Inps e Inail entro il 28 gennaio 2026.
Le nuove regole si applicheranno alle domande presentate dal trentesimo giorno successivo all’adozione degli atti attuativi. Tuttavia, su richiesta dell’interessato, potranno essere utilizzate anche per istanze presentate in precedenza, purché dal 12 gennaio 2025, data di entrata in vigore della legge.
Durata e importi delle rate
Il decreto prevede due soglie principali. Per debiti fino a 500mila euro, la dilazione può arrivare a 36 mesi. Per importi superiori, fino a 60 mesi. Questa distinzione consente di modulare la durata in base alla gravità della situazione e all’entità del debito. I criteri per determinare il numero di rate effettive saranno stabiliti dai regolamenti interni di Inps e Inail, che dovranno anche individuare i casi di revoca della dilazione.
Modalità operative e controlli
La richiesta di rateizzazione dovrà essere presentata tramite i servizi telematici di Inps e Inail, utilizzando i modelli che saranno aggiornati dopo l’adozione degli atti attuativi. Sarà necessario indicare la situazione economico-finanziaria e fornire la documentazione richiesta per dimostrare la temporanea difficoltà. Gli enti effettueranno controlli per verificare la veridicità delle informazioni e il rispetto dei requisiti.
In caso di mancato pagamento di una o più rate, la dilazione potrà essere revocata, con conseguente obbligo di versare l’intero importo residuo. Questo meccanismo mira a garantire serietà nell’adesione e tutela per l’ente creditore.
Impatto per le imprese e vantaggi della misura
La possibilità di dilazionare fino a cinque anni rappresenta un’opportunità significativa per le imprese che affrontano tensioni di liquidità. In un contesto economico caratterizzato da incertezze e costi crescenti, la rateizzazione consente di pianificare i flussi finanziari e ridurre il rischio di insolvenza. Inoltre, evita il ricorso immediato alle procedure di riscossione, che possono generare ulteriori oneri e complicazioni.
Questa misura si inserisce in una strategia più ampia di sostegno alla continuità aziendale, già avviata con altre disposizioni del Collegato lavoro e con le recenti linee guida sulla gestione dei crediti contributivi.
Novità normative e prossimi step
Entro il 28 gennaio 2026, Inps e Inail dovranno adottare gli atti attuativi che definiranno i requisiti di accesso, i criteri per la durata delle rate e le modalità di revoca. Solo dopo questa fase sarà possibile presentare le richieste secondo le nuove regole. È quindi fondamentale monitorare gli aggiornamenti e preparare la documentazione necessaria per non perdere tempo quando la procedura sarà operativa.
Anche se le nuove regole entreranno in vigore dopo l’adozione degli atti attuativi, è opportuno valutare fin da ora la propria posizione debitoria e predisporre le informazioni richieste. Una pianificazione tempestiva consente di sfruttare al meglio la possibilità di dilazione e di evitare situazioni di emergenza finanziaria.
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