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Appalti e dichiarazione di equivalenza delle tutele contrattuali: un approccio innovativo

 

Il recente aggiornamento del Codice dei Contratti Pubblici, attuato attraverso il D.Lgs. n. 36 del 31 marzo 2023, ha introdotto importanti novità riguardo alla contrattazione collettiva per i lavoratori coinvolti negli appalti pubblici. L’articolo 57 del decreto legislativo stabilisce che i bandi di gara devono includere clausole sociali che richiedano l’applicazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali di settore più rappresentativi, scelti in base alla stretta connessione con l’attività oggetto dell’appalto.

La Delibera ANAC n. 309 del 27 giugno 2023 ha ulteriormente specificato i criteri per la scelta del CCNL, dando priorità al settore di riferimento delle attività oggetto dell’appalto. Questo approccio mira a garantire uniformità nelle tutele economiche e normative per tutti i lavoratori coinvolti, sia direttamente che in subappalto, e a combattere il lavoro irregolare.

 

Per le imprese che partecipano a gare di appalto, ciò implica l’obbligo di applicare il CCNL specificato dalla stazione appaltante o di dimostrare, attraverso una dichiarazione di equivalenza, che il CCNL da loro applicato offre tutele comparabili. Questa dichiarazione, verificabile attraverso le procedure dell’art. 110 del decreto, deve essere basata su un’analisi dettagliata che consideri tanto gli aspetti economici quanto quelli normativi del contratto di lavoro.

 

La procedura per la dichiarazione di equivalenza richiede un’attenta valutazione di numerosi fattori, come la retribuzione globale annua e gli specifici elementi del contratto collettivo applicato. Inoltre, ogni variazione dei CCNL applicati deve essere negoziata e consensuale, data la complessità delle dinamiche contrattuali e sindacali.

Di fronte a queste complessità, la dichiarazione di equivalenza si presenta come un processo che richiede non solo un accurato esame legale e contrattuale ma anche una trasparenza operativa, per evitare rischi di sanzioni amministrative o penali in caso di dichiarazioni non veritiere.

 

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