Auto aziendali ad uso promiscuo: le novità fiscali dopo il Decreto Bollette e cosa devono sapere imprese e professionisti

Dal 1° gennaio 2025 sono operative le nuove regole fiscali sui fringe benefit per le auto aziendali concesse in uso promiscuo. Tuttavia, la Legge 60/2025 (di conversione del Decreto Bollette) introduce una clausola di salvaguardia importante per le imprese: proroga l’applicazione del regime previgente per i veicoli concessi entro determinate date. Questo intervento ha impatti concreti sulla pianificazione del costo del lavoro e sulla gestione dei benefit aziendali.

Beneggi e Associati interpreta queste novità come un’opportunità per ottimizzare fiscalmente la politica auto e integrare le scelte aziendali in una strategia coerente con sostenibilità e controllo dei costi.

Cosa cambia, e per chi

Il nuovo regime fiscale sui veicoli aziendali riduce le percentuali di tassazione per auto elettriche e ibride plug-in, ma le innalza sensibilmente per i veicoli più inquinanti. Per le auto concesse in uso promiscuo dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2024 (o ordinate entro quest’ultima data e concesse entro il 30 giugno 2025), continua invece ad applicarsi la normativa previgente, che prevede percentuali progressive basate sulle emissioni di CO₂.

Scenario operativo: un’opportunità da non perdere

Una PMI lombarda del settore logistico, cliente dello Studio, stava rinnovando il parco auto a dicembre 2024. Grazie all’intervento tempestivo del nostro team, l’ordine delle nuove auto è stato perfezionato entro il 31 dicembre. L’assegnazione ai dipendenti è avvenuta a febbraio 2025. Risultato: mantenimento del regime fiscale più favorevole e risparmio medio per dipendente di circa 1.000 euro/anno in fringe benefit. Una scelta strategica pianificata con rigore e visione.

Esempio concreto: impatto fiscale a confronto

Un’auto con emissioni di 120 g/km, acquistata a dicembre 2024 e assegnata a gennaio 2025, sarà tassata al 30% su una percorrenza convenzionale di 15.000 km. Se la stessa auto fosse acquistata e assegnata dopo il 1° gennaio 2025, verrebbe tassata al 50%. A parità di costo ACI (€0,419/km), la differenza in fringe benefit mensile per il dipendente è di oltre €100. E in termini di oneri contributivi e fiscali per l’impresa, il divario si amplifica.

Determinazione del reddito e deducibilità: punti critici

Il fringe benefit concorre alla formazione del reddito imponibile del dipendente, va suddiviso per dodicesimi e assoggettato a IRPEF e contributi. Rientra nella CU e deve essere valutato separatamente da altri benefit (box, parcheggio, ecc.). Per l’impresa, i costi auto sono deducibili al 70% in caso di uso promiscuo per la maggior parte del periodo d’imposta, ma le percentuali variano per rappresentanti, artisti e veicoli strumentali.

Auto elettriche e benefit di ricarica

Una società può riconoscere ai dipendenti con auto elettrica un servizio di ricarica gratuito con energia prodotta internamente. Se il beneficio è limitato e con finalità educativa, può rientrare nel regime di esclusione dal reddito, ai sensi dell’art. 51, comma 2, lett. f) TUIR.

Quando serve un partner strategico

Questa norma non si esaurisce in un calcolo tecnico. Ogni scelta – acquisto auto, assegnazione benefit, timing contrattuale – ha conseguenze fiscali, contributive e gestionali. Serve visione, metodo e integrazione tra ambiti fiscali, giuslavoristici e amministrativi. Beneggi e Associati non si limita a interpretare la norma: la inserisce nel disegno più ampio della gestione strategica del personale e della fiscalità d’impresa.

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