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Cantieri, obbligo SOA per accedere ai bonus

 

Nei più grandi cantieri edili, possedere una certificazione SOA è ormai obbligatorio per accedere ai bonus fiscali.

 

Coloro che affidano lavori ad un importo superiore a 516.000 euro a imprese che non hanno una certificazione SOA non possono accedere ai bonus fiscali. Questo vale per il superbonus, ma anche per altri benefici come la detrazione del 50% per le ristrutturazioni, l’ecobonus, il sismabonus e la recentemente estesa detrazione fiscale del 75% per le barriere architettoniche.

 

Nel 2023, una delle modifiche più impattanti nel campo dei bonus fiscali non arriverà dalla legge di bilancio, ma è stata pianificata da alcuni mesi. In particolare, dal 21 maggio 2022, quando è entrata in vigore la legge di conversione del Dl Ucraina (n. 21/2022), che ha introdotto un legame piuttosto stretto tra i lavori sovvenzionati e la SOA, che è la certificazione tipica richiesta per i contratti pubblici per opere con un valore superiore a 150.000 euro.

 

La certificazione è rilasciata dalle imprese supervisionate dall’Autorità Nazionale Anti-Corruzione, che verifica una serie di requisiti, relativi, tra gli altri, alla capacità economica, all’attrezzatura e ai dipendenti. Inoltre, vengono verificate le contribuzioni e i pagamenti della sicurezza sociale, nonché le normative sull’infiltrazione mafiosa. Infatti, le aziende improvvisate sono escluse da questo sistema perché non hanno un curriculum sufficiente per ottenere la SOA. E, per proprietà transitiva, sono ora escluse anche dai più grandi cantieri edili che accedono ai vantaggi fiscali.

 

L’entrata in vigore di questa disposizione non è lineare. L’elemento chiave è che dal 1° gennaio al 30 giugno, le imprese, al momento dell’aggiudicazione dei lavori che superano i 516.000 euro, devono dimostrare di avere la SOA o di aver avviato le procedure per ottenerla. Questa regola si applica anche ai cantieri già iniziati nel 2022 ma solo se i contratti sono stati firmati dopo il 21 maggio. Dal luglio 2023, sarà richiesta la certificazione effettiva.

 

Questo labirinto di date è il risultato dell’interpretazione di una disposizione molto intricata, ma questa è la lettura prevalente, su cui, ad esempio, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) concorda.

 

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