Cessioni di partecipazioni, tassazione al 26%

Il 2019 sarà un anno denso di novità per i possessori di partecipazioni societarie al di fuori dell’esercizio d’impresa. 


Con effetto dalle cessioni a titolo oneroso di partecipazioni fatte dal 1° gennaio 2019, le plusvalenze relative a partecipazioni qualificate realizzate al di fuori dell’esercizio d’impresa da persone fisiche, enti non commerciali (compresi i trust), società semplici soggetti non residenti (salvo esenzioni o esclusioni dovuti da norme interne o convenzioni contro le doppie imposizioni) sono soggette alla stessa imposta sostitutiva del 26% prevista per le partecipazioni non qualificate. Queste plusvalenze, quindi, cessano di concorrere (anche se in misura normalmente ridotta) alla formazione del reddito complessivo imponibile del contribuente. 


Per le partecipazioni anche qualificate in custodia o amministrazione presso intermediari finanziari italiani sarà possibile esercitare l’opzione per il regime del risparmio amministrato. 

Si deve tenere conto peraltro del fatto che:

  • eventuali minusvalenze realizzate fino al 2018 in regime dichiarativo non saranno utilizzabili nel regime del risparmio amministrato o gestito, ma solo in compensazione da plusvalenze indicate nel quadro RT;
  • il passaggio al regime amministrato comporta la perdita della stratificazione dei costi d’acquisto dei titoli. In regime amministrato, infatti, il costo dei titoli venduti non è calcolato con il metodo Lifo, come nel regime dichiarativo, ma con la tecnica del costo medio ponderato.

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@ Beneggi e Associati | Commercialisti al servizio delle imprese | Meda | Milano

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