Con gli e-Sport in gara il consulente tecnologico

 

Gli e-Sports, o gaming competitivo, cercano consulenti che conoscano il settore specifico, sappiano fare squadra e attivare le analogie con mercati già regolati,  unendo alla competenza la capacità di sviluppare business, pubbliche relazioni (anche istituzionali) e un pensiero fuori dagli schemi.

 

Quello dei tornei, a squadre e singoli, di videogiochi, è un settore giovane e in rapido divenire dove il fulcro è il “dato” e il suo sfruttamento poliedrico ora in forma di software, ora di format, ora di indicatore delle prestazioni. Questa forma di competizione organizzata rende virtuale lo sport e supera le barriere fisiche e geografiche; affascina gli investitori e attrae squadre di sviluppatori, organizzatori di eventi, broadcaster e brand (anche di sport).

 

L’esperienza della crisi sanitaria e l’impennata nelle vendite dei videogiochi non ha fatto altro che velocizzare un trend di sviluppo: già nel Global eSports Market Report 2019 si prospettava per il settore un giro d’affari globale di 1.650 milioni di dollari nel 2021.

 

La crescita del settore, e del giro d’affari connesso, rende prioritario l’inquadramento giuridico ed economico degli eSport, anche per ricondurre attività, soggetti coinvolti e compensi all’interno di categorie fiscali definite: «il rischio di trovarsi di fronte a una contestazione da parte dell’amministrazione fiscale è molto elevato, specie per la promiscuità tra il settore sportivo e quello del gaming propriamente detto».

 

Mancando un riconoscimento esplicito del Coni o di altre federazioni sportive, si fa riferimento alla normativa generale procedendo per assimilazione; un esempio tra gli altri riguarda i compensi del gamer come figura professionale, per cui è necessario individuare e catalogare in che modo realizza i guadagni, e più in generale i proventi, per ricondurli alle diverse tipologie di reddito tipizzate dal Tuir.

 

Un team che governi in parallelo aspetti legali, fiscali e contabili è quindi «indispensabile»: «occorre conoscere il mondo dei social media e delle relative potenzialità di guadagno oltre che quello dei giochi e dello sport in genere, evitando disinvolte soluzioni fiscali, anche se appetibili, che potrebbero dar luogo poi a contestazioni da parte dell’amministrazione finanziaria». Con cui è utile mantenere un confronto costante.

 

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