Il 3 giugno 2025 rappresenta una scadenza cruciale per le imprese che hanno indebitamente utilizzato il credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) maturato tra il 2015 e il 2019. Grazie alla riapertura dei termini prevista dall’articolo 19 del Decreto Legge 25/2025, convertito con modificazioni dalla Legge 69/2025, è possibile aderire alla procedura di riversamento spontaneo, evitando sanzioni e interessi.
Chi può aderire
Possono accedere alla procedura le imprese che, entro il 22 ottobre 2021, hanno utilizzato in compensazione crediti d’imposta R&S maturati tra il 2015 e il 2019, in presenza di:
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attività non qualificabili come R&S secondo la normativa vigente;
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spese non ammissibili al credito d’imposta;
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errori nella determinazione della media storica di riferimento;
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applicazione non conforme delle disposizioni normative.
Sono esclusi i casi di condotte fraudolente, simulazioni, false rappresentazioni o documentazione falsa, nonché i crediti già recuperati con atti definitivi al 22 ottobre 2021.
Modalità di adesione
L’adesione avviene mediante la presentazione, entro il 3 giugno 2025, dell’istanza telematica tramite i servizi Entratel o Fisconline dell’Agenzia delle Entrate. In alternativa, è possibile inviare il modello via PEC alla Direzione Provinciale competente.
Il versamento dell’importo dovuto può essere effettuato:
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in un’unica soluzione entro il 3 giugno 2025;
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in tre rate annuali di pari importo, con scadenze al 3 giugno 2025, 16 dicembre 2025 e 16 dicembre 2026. Sulle ultime due rate sono dovuti gli interessi legali calcolati dal 4 giugno 2025.
Il pagamento deve avvenire tramite modello F24, senza possibilità di compensazione, utilizzando i codici tributo istituiti:
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8170: versamento in unica soluzione;
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8171: prima rata;
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8172: seconda rata;
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8173: terza rata.
Effetti dell’adesione
L’adesione alla procedura comporta:
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esclusione dalla punibilità per il reato di indebita compensazione;
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rinuncia ai contenziosi pendenti, con compensazione delle spese di giudizio;
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proroga di due anni dei termini di decadenza per l’emissione degli atti di recupero relativi ai crediti R&S utilizzati nel 2016 e 2017.
Contributo in conto capitale
La Legge di Bilancio 2025 prevede, per i soggetti che aderiscono alla procedura, un contributo in conto capitale commisurato all’importo del credito oggetto di riversamento spontaneo, nei limiti delle risorse stanziate. Le modalità di erogazione saranno definite con apposito decreto ministeriale.
Esempi pratici
Esempio 1: Un’impresa ha utilizzato in compensazione, nel 2018, un credito d’imposta R&S maturato nel 2016, relativo a spese non qualificabili come R&S. Non essendo stato emesso alcun atto di recupero definitivo entro il 22 ottobre 2021, l’impresa può aderire alla procedura di riversamento spontaneo, presentando l’istanza entro il 3 giugno 2025 e versando l’importo dovuto secondo le modalità previste.
Esempio 2: Un’impresa ha ricevuto, nel 2020, un atto di recupero relativo a un credito d’imposta R&S maturato nel 2017, che è stato impugnato e il contenzioso è ancora pendente. L’impresa può aderire alla procedura, presentando l’istanza entro il 3 giugno 2025 e rinunciando al contenzioso. Le spese di giudizio saranno compensate tra le parti.
La riapertura della procedura di riversamento spontaneo rappresenta un’occasione irripetibile per molte imprese che hanno beneficiato, in buona fede, dei crediti d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo, ma si trovano oggi esposte a rischi sanzionatori e contenziosi fiscali. L’approccio del legislatore è improntato alla regolarizzazione, non alla repressione: premia chi dimostra trasparenza e volontà di allinearsi al dettato normativo.
In questo contesto, affidarsi a consulenti esperti diventa fondamentale. Beneggi e Associati accompagna le imprese nella mappatura puntuale delle posizioni a rischio, nella valutazione dei benefici economici e reputazionali della procedura di riversamento, e nell’esecuzione operativa degli adempimenti richiesti. La nostra metodologia unisce rigore tecnico e visione strategica: trasformiamo una potenziale criticità in un vantaggio competitivo.
Per un’impresa che guarda al futuro, aderire al riversamento volontario non è solo una mossa di compliance, ma una scelta di posizionamento solido e sostenibile.