Crowdfunding 2025: opportunità concrete per finanziare le imprese e aspetti fiscali da non trascurare

Il crowdfunding ha attraversato una fase di maturazione rapida, evolvendo da strumento di nicchia a canale strutturato per la raccolta di capitali. In un contesto in cui l’accesso al credito tradizionale è sempre più condizionato da criteri di rating e garanzie, la possibilità di rivolgersi direttamente a una platea di investitori rappresenta un’alternativa concreta per startup, PMI e imprese familiari che puntano sulla crescita o sull’innovazione.

Con l’entrata in vigore del Regolamento UE 2020/1503 e le successive implementazioni normative nazionali, oggi il crowdfunding si colloca a pieno titolo tra gli strumenti di finanza straordinaria, con regole chiare, tutele per gli investitori e responsabilità per chi promuove la raccolta.

Nel 2025, le opportunità offerte dal crowdfunding sono molteplici, ma è essenziale comprenderne le implicazioni fiscali e operative per evitare errori che potrebbero compromettere il beneficio economico o generare passività impreviste.

Il crowdfunding come leva strategica per l’impresa

Il crowdfunding può assumere forme diverse, ognuna con logiche e finalità distinte:

  • Equity crowdfunding: consente all’impresa di raccogliere capitale offrendo quote societarie. È particolarmente adatto per startup innovative e PMI in espansione, anche familiari, che desiderano coinvolgere investitori esterni mantenendo il controllo operativo.

  • Lending crowdfunding: si tratta di un prestito collettivo remunerato. Gli investitori finanziano l’azienda ottenendo un tasso di interesse concordato. È una forma interessante per progetti a ritorno medio-breve o per esigenze di liquidità temporanea.

  • Reward crowdfunding: l’impresa offre un bene o un servizio futuro in cambio del contributo. È la modalità più diffusa nel mondo creativo, ma trova spazio anche in fase di pre-lancio commerciale.

  • Donation crowdfunding: in questo caso il contributo non prevede una controprestazione. È adatto a progetti ad alto impatto sociale o culturale.

Il vantaggio trasversale di tutte le formule è duplice: da un lato, il reperimento di risorse finanziarie; dall’altro, la possibilità di validare un’idea di business coinvolgendo fin da subito il mercato.

Requisiti e condizioni per accedere al crowdfunding regolamentato

Dal novembre 2023, tutte le piattaforme che vogliono operare legalmente nell’Unione Europea devono essere iscritte nel registro tenuto dall’ESMA (European Securities and Markets Authority). In Italia, la vigilanza è esercitata da Consob, che verifica il possesso dei requisiti da parte dei fornitori di servizi di crowdfunding.

Per l’impresa che intende raccogliere fondi, è richiesto:

  • La redazione di un documento informativo sintetico (KIIS), chiaro e trasparente

  • La definizione degli obiettivi economico-finanziari della campagna

  • L’indicazione dei rischi per gli investitori e degli scenari alternativi in caso di mancata raccolta

  • La gestione tracciabile dei fondi raccolti, che devono confluire su conti segregati fino al raggiungimento della soglia minima

Il limite massimo di raccolta per singola offerta è fissato a 5 milioni di euro.

Gli impatti fiscali per l’impresa

È fondamentale inquadrare correttamente i flussi derivanti da una campagna di crowdfunding, sia in bilancio sia ai fini fiscali. A seconda della modalità, cambiano le regole:

  • Equity crowdfunding
    Le somme incassate costituiscono apporti di capitale. Non sono soggette a tassazione diretta e vanno iscritte nel patrimonio netto. Le spese di raccolta (commissioni, consulenze, materiali promozionali) sono deducibili secondo i criteri ordinari.

  • Lending crowdfunding
    I fondi ricevuti sono registrati come debiti finanziari. Gli interessi corrisposti agli investitori sono deducibili, con le limitazioni dell’art. 96 TUIR in materia di thin capitalization.

  • Reward crowdfunding
    La somma incassata assume natura di ricavo anticipato: l’operazione è assimilabile a una vendita futura e va trattata fiscalmente come un’operazione imponibile ai fini IVA e IRES, con competenza da determinare in base alla data di consegna del bene o del servizio.

  • Donation crowdfunding
    La donazione non genera ricavi per l’impresa, ma occorre verificare attentamente che la campagna non preveda alcuna forma di contropartita, nemmeno indiretta, per evitare una riqualificazione da parte dell’amministrazione finanziaria.

Gli impatti fiscali per l’investitore

Gli investitori che partecipano a campagne di crowdfunding devono considerare i seguenti aspetti:

  • In caso di equity, le plusvalenze e i dividendi sono soggetti a imposta sostitutiva del 26%. Se l’investimento rientra in un PIR, può essere esente.

  • Nel lending, gli interessi percepiti sono redditi di capitale e subiscono la ritenuta del 26% se la piattaforma è gestita da un soggetto autorizzato all’applicazione della ritenuta (intermediario ex art. 106 TUB o IP autorizzato).

  • Gli strumenti finanziari partecipativi che prevedono diritti patrimoniali rafforzati, come bonus legati alla performance, non sono ammessi nei PIR ordinari, secondo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate (interpello 99/2025).

Quando e perché il crowdfunding è vantaggioso

Il crowdfunding si presta a essere utilizzato in fasi diverse del ciclo di vita aziendale:

  • Avvio: validazione dell’idea, primo finanziamento seed

  • Crescita: lancio di nuovi prodotti, espansione commerciale, internazionalizzazione

  • Transizione: digitalizzazione, sostenibilità, cambi di governance

  • Rilancio: ristrutturazione del modello di business, apertura a soci terzi

Rispetto a un finanziamento bancario, offre maggiore flessibilità, visibilità mediatica e relazione diretta con il mercato. Tuttavia, non è uno strumento privo di rischi o impegni: richiede pianificazione, rendicontazione puntuale, e il rispetto di obblighi legali e fiscali precisi.

Conclusione

Nel 2025 il crowdfunding rappresenta una leva concreta e strutturata per finanziare l’impresa, con regole europee uniformi e piattaforme vigilate. Tuttavia, come ogni strumento di finanza straordinaria, deve essere valutato in modo strategico. Il supporto di uno studio professionale consente di affrontare con consapevolezza tutte le fasi: dalla scelta della piattaforma alla definizione della struttura societaria, fino alla gestione fiscale dei flussi.

Un’operazione ben impostata può generare capitale, relazioni e reputazione. Una gestita con leggerezza può produrre squilibri contabili, perdite fiscali e contenziosi evitabili.

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