Dal 2030 cambia tutto per le operazioni intra-UE: addio agli elenchi Intra, arriva il Drr

Nel 2030 il sistema IVA europeo farà un salto decisivo nella direzione della digitalizzazione completa. La Direttiva UE 2025/516 introduce un cambio strutturale per tutte le imprese che operano scambi di beni o servizi con controparti situate in altri Stati membri. Dal 1° luglio 2030, infatti, spariscono gli elenchi riepilogativi Intra a fini fiscali e subentrano due obblighi distinti: l’utilizzo della fatturazione elettronica per tutte le operazioni intra-UE e l’invio delle nuove comunicazioni digitali denominate Drr, Digital Reporting Requirements.

Per capire l’impatto di questa novità, basta pensare al motivo per cui gli elenchi Intra vengono superati. Il loro limite è chiaro: raccolgono dati aggregati, spesso trasmessi con ritardi incompatibili con un’azione tempestiva di contrasto alle frodi, soprattutto quelle cosiddette “carosello”. Il nuovo sistema punta invece sulla tempestività, sulla granularità e sull’automazione dello scambio di informazioni. Ogni transazione sarà comunicata in tempo reale all’amministrazione fiscale nazionale attraverso la fattura elettronica emessa in un formato strutturato standard (UBL o CII), lo stesso usato per il Drr. Questi dati verranno poi trasferiti al Vies centrale, la nuova piattaforma europea che fungerà da snodo per l’intero sistema di sorveglianza fiscale dell’Unione.

Questo cambiamento non riguarda solo un nuovo adempimento, ma l’intera architettura informativa che lega le imprese al fisco europeo. Il Vies centrale sarà in grado di incrociare vendite e acquisti tra soggetti passivi registrati nei diversi Stati membri, individuando immediatamente incoerenze e potenziali frodi. Le autorità fiscali avranno accesso a un quadro aggiornato praticamente in tempo reale, grazie anche al fatto che gli Stati saranno obbligati ad aggiornare i dati ricevuti entro un giorno lavorativo.

Il Regolamento UE 2025/517 accompagna la direttiva e definisce le regole operative di questo nuovo sistema. Oltre alla trasmissione dei dati da parte delle imprese tramite il Drr, prevede l’accesso riservato al Vies centrale solo ai funzionari abilitati, l’interconnessione con altri archivi fiscali e doganali, e una precisa politica di conservazione delle informazioni per un massimo di cinque anni.

Ciò che rende il Drr molto più potente degli elenchi Intra è il contenuto informativo. Non solo si raccoglieranno i dati classici di fattura (codici IVA, descrizione beni, valori), ma anche elementi oggi non obbligatori nei modelli Intra, come ad esempio le coordinate bancarie, che permetteranno il tracciamento dei flussi finanziari legati alle transazioni. Questo apre nuove possibilità di analisi per l’amministrazione fiscale e impone alle imprese una gestione ancora più accurata dei propri processi amministrativi.

Non va dimenticato che gli elenchi Intra rimarranno in vigore solo per finalità statistiche, come previsto dal Regolamento UE 638/2004. Ma l’interesse dell’impresa sarà tutto concentrato sui nuovi adempimenti digitali, che rappresentano la vera chiave per la conformità fiscale nel contesto intra-UE.

Dal punto di vista pratico, questo significa che entro il 2030 tutte le imprese dovranno:

  • adottare sistemi di fatturazione elettronica compatibili con i tracciati richiesti

  • integrare nei propri ERP la generazione automatica dei Drr

  • formare il personale sulle nuove modalità e sulle tempistiche di trasmissione

  • aggiornare i processi interni per garantire coerenza tra emissione, comunicazione e pagamento

Non si tratta solo di adeguamento tecnologico, ma di cultura organizzativa. Ogni errore, ogni disallineamento, ogni ritardo può diventare un elemento di rischio in un sistema costruito per la verifica incrociata in tempo reale.

Per lo studio professionale che assiste clienti con operazioni intra-UE, il cambiamento richiede un piano d’azione anticipato. È il momento di affiancare le imprese con una consulenza strategica che non si limiti all’adempimento, ma che includa:

  • l’analisi dei sistemi già in uso

  • la selezione degli strumenti software più adatti

  • la revisione delle procedure di fatturazione e pagamento

  • il controllo della correttezza dei dati anagrafici e bancari usati nelle transazioni

L’Unione Europea ha chiaramente scelto la strada della trasparenza digitale e del controllo immediato. Le imprese che si muoveranno per tempo potranno non solo evitare sanzioni e irregolarità, ma anche rafforzare la propria affidabilità nei rapporti commerciali transfrontalieri.

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