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Diritto allo smart working in azienda per fragili e genitori fino a giugno

 

La legge di conversione del decreto Milleproroghe contiene alcune rilevanti novità sulla tormentata vicenda del diritto allo smart working.

 

Lavoratori fragili: È stata spostata in avanti, dal 31 marzo al 30 giugno 2023, la scadenza del diritto a svolgere la prestazione in modalità agile per i lavoratori (pubblici e privati) affetti da una serie di gravi patologie croniche tassativamente elencate da un decreto del ministero della Salute del 4 febbraio 2022 e certificate dal medico di base. Per questi lavoratori (“superfragili”) il diritto al lavoro agile non incontra il limite della compatibilità delle mansioni con la prestazione da remoto. Se le mansioni non sono compatibili, è prevista l’adibizione a una diversa mansione, «compresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti», senza alcuna decurtazione retributiva. Si è invece persa per strada la disposizione che prevedeva, alternativamente, la possibilità di far svolgere attività di formazione anche a distanza. Possibilità che dovrebbe ritenersi comunque praticabile, anche perché, in assenza di mansioni compatibili, anche diverse, non resterebbe che esentare tout court il lavoratore dalla prestazione lavorativa, con decorrenza della retribuzione. Per la collocazione in smart working di questi lavoratori non è necessario l’accordo individuale. Non solo. La formulazione e la ratio della norma fanno ritenere che il diritto al lavoro agile per questa categoria di dipendenti sia integrale e superi qualsiasi eventuale previsione di contratto, collettivo o individuale, che preveda uno smart working parziale, solo per alcuni giorni alla settimana. Il che rende particolarmente pesante questa disposizione per le aziende, considerato che l’onere retributivo, anche in assenza di prestazione, è totalmente a carico del datore di lavoro.

 

Genitori di under 14: Oltre a ciò, viene “resuscitata” la norma, scaduta al 31 dicembre 2022, che attribuiva il diritto allo smart working ai dipendenti (privati) genitori di almeno un figlio di età inferiore ai 14 anni, a condizione che non vi sia nel nucleo familiare un altro genitore che non lavora o gode di strumenti di sostegno al reddito per cessazione o sospensione dell’attività lavorativa. La previsione rimane temporanea, con scadenza al 30 giugno 2023. Per effetto del richiamo operato dalla norma, questo “ripescaggio” coinvolge anche la categoria dei lavoratori per i quali il medico competente attesta la condizione di maggior rischio di contagio Covid, nell’ambito della sorveglianza sanitaria eccezionale introdotta durante la pandemia.

 

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