Con la legge di Bilancio 2026 in arrivo, si prospetta una stretta sui dividendi intrasocietari distribuiti da partecipate con quota inferiore al 10%: dal 2026, per queste società, viene meno la tassazione agevolata. Tuttavia, le delibere di distribuzione adottate entro il 31 dicembre 2025 consentono di applicare ancora l’attuale regime fiscale, con un prelievo effettivo del 1,2% per i soggetti Ires.
L’articolo 18 del Ddl di Bilancio 2026 introduce la tassazione piena (24%) per i dividendi ricevuti da società di capitali che detengono meno del 10% del capitale della partecipata. Si tratta di un incremento del carico fiscale del 22,8%, con il passaggio dall’attuale imposizione (5% imponibile × 24%) alla tassazione integrale. L’aumento impatterà anche sulle catene societarie e, indirettamente, sui soci persone fisiche, portando l’aliquota cumulata fino al 43,76%.
Per evitare la nuova imposizione, molte società stanno optando per una delibera di distribuzione di utili o riserve entro la fine del 2025. Anche se il pagamento avviene nel 2026, l’importante è che la delibera sia assunta nel 2025 e abbia data certa. Il verbale va registrato entro 30 giorni con pagamento dell’imposta fissa; in caso di scadenza successiva al 31 dicembre, si consiglia l’invio via Pec per attestare la data.
Secondo l’atto di indirizzo del Mef del 27 febbraio 2025, la scelta di anticipare la delibera rientra tra i comportamenti legittimi del contribuente, finalizzati a sfruttare un regime fiscale ancora vigente. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha invitato alla cautela in caso di termini di pagamento eccessivamente dilatati nel tempo, che potrebbero far sorgere ipotesi di simulazione.
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