Emergenze climatiche e sicurezza sul lavoro: operativo il Protocollo Caldo 2025. Ammortizzatori sociali, orari flessibili e prevenzione nei cantieri

Il nuovo Protocollo quadro nazionale sulle emergenze climatiche, firmato il 1° luglio 2025 da associazioni datoriali e sindacati confederali presso il Ministero del Lavoro, introduce un sistema coordinato di tutele per garantire la prosecuzione delle attività lavorative in condizioni di sicurezza, anche durante le ondate di calore e gli eventi climatici estremi.

L’accordo, che sarà adottato con apposito decreto ministeriale e attuato tramite specifici accordi territoriali e settoriali, interviene su tre fronti chiave:

  1. Ammortizzatori sociali automatici per le sospensioni legate a emergenze climatiche, anche per i lavoratori stagionali;

  2. Rimodulazione degli orari di lavoro per evitare le fasce orarie più critiche;

  3. Misure preventive nei cantieri e nei luoghi di lavoro, comprese nuove prescrizioni nei Piani di Sicurezza.

Ammortizzatori sociali: automatismo e flessibilità

Una delle principali novità riguarda il potenziamento del sistema degli ammortizzatori sociali:

  • Sarà possibile ricorrere in modo ampio e automatico alla cassa integrazione ordinaria o agli altri strumenti di sostegno al reddito, in caso di sospensioni o riduzioni di orario dovute al caldo estremo;

  • Le ore di Cig utilizzate per eventi climatici saranno escluse dal computo dei limiti massimi di durata previsti per gli ammortizzatori;

  • La misura si estende anche al lavoro stagionale, rispondendo alle richieste avanzate da settori come l’agricoltura e il turismo.

Esempio pratico: cantiere edile e ondata di calore

Un’impresa edile, durante una settimana di temperature estreme, può sospendere le attività nelle ore più calde e accedere automaticamente alla Cig per i lavoratori coinvolti, senza consumare il plafond massimo annuale di ore di cassa.

Sicurezza nei cantieri e negli ambienti di lavoro

Il Protocollo impone una revisione dei Piani di Sicurezza e Coordinamento (PSC) e dei Piani Operativi di Sicurezza (POS), prevedendo:

  • Inclusione esplicita del rischio microclimatico nelle valutazioni;

  • Organizzazione flessibile delle lavorazioni, con possibilità di:

    • Anticipare o posticipare l’orario di inizio;

    • Prevedere pause adeguate e aree di ristoro ombreggiate;

    • Fornire idonei dispositivi di protezione individuale compatibili con la stagione estiva;

    • Garantire l’accesso all’acqua e a zone d’ombra;

  • Applicazione estesa anche alle ditte in appalto e subappalto.

Il rispetto di tali misure sarà oggetto di controlli da parte delle autorità competenti e, in caso di inadempienze, potranno scattare sanzioni o sospensioni delle attività.

Ruolo delle amministrazioni locali e deroghe normative

Le parti sociali chiedono al legislatore interventi strutturali per:

  • Stabilizzare le misure con una norma ordinaria, considerando che il problema del caldo si ripresenta ogni anno;

  • Introdurre deroghe specifiche alle regolamentazioni comunali che limitano gli orari di lavoro, per consentire lo svolgimento delle attività in fasce orarie più sicure.

Settori più esposti e richieste integrative

Il Protocollo avrà particolare impatto su:

  • Edilizia, dove la necessità di anticipare i lavori e ridurre i rischi nei cantieri è stata sottolineata dall’Ance;

  • Agricoltura, con richieste di estensione automatica della Cig anche ai lavoratori stagionali in caso di eventi climatici estremi;

  • Settori come logistica, servizi e trasporti, che vedono una parte consistente degli operatori esposti all’aperto.

Perché serve una gestione integrata e consulenza specialistica

Il nuovo quadro normativo richiede alle imprese:

  • Un aggiornamento puntuale dei documenti di sicurezza aziendali;

  • La definizione di piani operativi flessibili per la gestione del rischio caldo;

  • La predisposizione di procedure interne per accedere agli ammortizzatori sociali in modo tempestivo;

  • Un coordinamento con le parti sociali nei territori per l’attuazione degli accordi.

Beneggi e Associati supporta le imprese nella gestione tecnica e organizzativa delle novità introdotte dal Protocollo, garantendo:

  • Conformità normativa e riduzione dei rischi legali;

  • Pianificazione delle attività in ottica di prevenzione e sicurezza;

  • Accesso agli strumenti di sostegno al reddito senza penalizzazioni;

  • Assistenza nei rapporti con le autorità e gli enti preposti.

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