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Equitalia, ecco cosa cambia

Come afferma una nota diffusa da Equitalia «i contribuenti troveranno il nuovo logo, nuova modulistica, mentre le attività ed i servizi saranno svolti in continuità con la precedente gestione, considerato che l’Agenzia delle entrate-Riscossione subentra a titolo universale nei rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali, delle società del Gruppo Equitalia».
In tutti i 200 sportelli della vecchia Equitalia arriveranno i nuovi strumenti digitali salva fila nel tentativo di ridurre i tempi di attesa.
In pratica, il contribuente che si rivolge allo sportello può essere riconosciuto, tramite il lettore di codice a barre, con il proprio codice fiscale presente nella tessera sanitaria.
Così l’operatore di sportello dell’Agenzia potrà avere immediatamente la situazione del contribuente che arriva al front office e quindi fornirgli assistenza diretta in relazione al servizio scelto al momento della prenotazione.
Dopo l’estate, poi, verrà attivata una app – sia per tablet che per smartphone – collegata ai taglia-coda che consentirà di cercare uno sportello di Agenzia delle Entrate-Riscossione, di visualizzare la situazione delle attese e le fasce orarie disponibili e di scegliere il servizio all’orario desiderato nella giornata di prenotazione desiderata.
Al momento dell’arrivo allo sportello, il cittadino sarà riconosciuto tramite lettore di tessera (lettura QR code) e potrà così accedere al servizio indicato senza ulteriori tempi d’attesa.
Lo Statuto del nuovo soggetto precisa che «i rapporti con l’agenzia delle Entrate per i servizi prestati e per la condivisione delle banche dati e delle informazioni necessarie per lo svolgimento del servizio della riscossione» sono «sono regolati convenzionalmente».
Questo dovrebbe significare che non ci sarà alcun accesso indiscriminato a informazioni delicate come i dati di sintesi dei rapporti finanziari e i rapporti di lavoro o di impiego presenti nei database dell’Inps.
Restano, però, le maggiori potenzialità consentire dal decreto fiscale collegato alla manovra dello scorso autunno.
Questo per cercare di mirare maggiormente i pignoramenti su conto corrente (già consentiti dal 2015 all’agente della riscossione) e procedere effettivamente su quei debitori che occultano patrimoni per non pagare.

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