Fintech Factory MEF: contributo strategico per le start-up femminili nel fintech e nella cybersecurity

Nell’ambito della strategia nazionale di cybersicurezza, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato un avviso che introduce una misura di particolare rilievo per il tessuto imprenditoriale italiano: la Fintech Factory MEF. Si tratta di un’iniziativa articolata e strategicamente orientata a sostenere start-up a conduzione femminile, impegnate nello sviluppo di soluzioni tecnologiche ad alto contenuto innovativo nei settori del fintech e della sicurezza informatica. La misura si inserisce nel piano di implementazione previsto dalla legge di Bilancio 2023 e disciplinato dal Dpcm dell’8 luglio 2024, con l’obiettivo di valorizzare le competenze femminili nel panorama digitale e promuovere l’adozione di tecnologie cyber-resilienti nella Pubblica amministrazione.

Le candidature devono pervenire entro il 20 giugno 2025. Possono partecipare società di capitali con sede legale in Italia, costituite da non oltre 24 mesi alla data indicata, oppure team di persone fisiche che intendano costituirsi in forma societaria entro 45 giorni dalla pubblicazione della graduatoria. L’elemento qualificante è la componente femminile: l’impresa deve essere guidata da una donna in qualità di amministratrice unica o delegata, oppure deve presentare una compagine con oltre il 50% delle quote detenute da donne. È inoltre necessario rispettare il massimale previsto per gli aiuti de minimis, fissato a 300.000 euro su tre esercizi finanziari.

I progetti ammessi devono essere basati su tecnologie abilitanti, come l’intelligenza artificiale, la blockchain, l’Internet of Things e il cloud computing. Tali soluzioni devono dimostrare un impatto concreto sul sistema economico-finanziario, con particolare riferimento all’ambito pubblico. La conformità ai principi di sicurezza cibernetica, alla tutela dei dati e all’impostazione privacy by design è imprescindibile. Un esempio utile per comprendere i criteri di ammissibilità è il caso di una piattaforma che sfrutta modelli linguistici per estrarre dati dai bilanci pubblici in formato PDF. Altre idee idonee possono essere motori predittivi per lo scoring creditizio basati su dati sintetici, oppure API progettate per l’open banking con moduli biometrici antifrode.

Il contributo pubblico può raggiungere fino a 75.000 euro per ciascun beneficiario. L’erogazione avviene in due tranche: una prima quota fino a 30.000 euro è destinata a coprire le attività dei primi due mesi del percorso nei laboratori virtuali del Mef, mentre la seconda, fino a 45.000 euro, è legata al completamento del progetto dopo sei mesi. Per accedere al contributo, le spese devono essere sostenute successivamente alla sottoscrizione della convenzione con il ministero e devono essere direttamente correlate al progetto di validazione. Sono ammissibili i costi per il personale, le licenze software, la formazione, la certificazione in ambito cybersecurity, la registrazione di marchi o brevetti, oltre alle attività di sperimentazione con la PA. Non sono invece finanziabili spese generiche, affitti, ammortamenti oltre il periodo di sei mesi, attività promozionali rivolte al mercato consumer o contenziosi di natura legale.

Dal punto di vista procedurale, la domanda deve essere inviata via PEC entro le ore 12:00 del 20 giugno 2025. È necessario allegare un business plan dettagliato, una dichiarazione sostitutiva sui requisiti (diversa per imprese già costituite o costituende), nonché un impegno formale alla sottoscrizione della convenzione. Tutti i documenti devono essere firmati digitalmente. Il corretto invio e la ricezione della PEC costituiscono prova dell’avvenuta candidatura. La selezione avverrà sulla base della coerenza tra tecnologia proposta, impatto atteso e maturità imprenditoriale del team.

Un caso esemplificativo è rappresentato dalla start-up WomanAI S.r.l., fondata a gennaio 2025 da un team con una forte presenza femminile, specializzata nella generazione di dati sintetici per stress test bancari. L’impresa ha predisposto un piano tecnico ben strutturato, completato con una dichiarazione sulla regolarità contributiva e l’assenza di altri contributi analoghi. Ha firmato l’impegno alla convenzione e inviato tutta la documentazione nei tempi previsti. Dopo l’esame istruttorio, il progetto è stato incluso nella graduatoria dei beneficiari ammessi.

Va sottolineato che l’ammissione al contributo comporta obblighi stringenti. Durante i sei mesi di percorso, la compagine societaria deve rimanere conforme ai requisiti iniziali, soprattutto per quanto riguarda la leadership femminile. Qualsiasi variazione sostanziale, come la perdita della prevalenza femminile, può comportare la decadenza dai benefici. È obbligatoria anche la partecipazione attiva alle attività previste dal programma, come mentorship, sessioni di test e monitoraggio. Il ministero si riserva la possibilità di utilizzare gratuitamente la soluzione validata per un periodo massimo di 12 mesi a fini istituzionali. Resta comunque intatta la proprietà intellettuale dell’impresa. Eventuali doppie contribuzioni, inattività, modifiche non autorizzate o violazioni delle clausole convenzionali possono comportare la revoca del contributo e l’obbligo di restituzione con interessi legali.

La misura rappresenta una vera e propria leva di crescita per le imprese guidate da donne, capaci di coniugare competenza tecnologica e visione imprenditoriale. In un contesto normativo che richiede standard elevati di sicurezza, tracciabilità e trasparenza, accedere al percorso Fintech Factory MEF significa posizionare la propria start-up come interlocutore qualificato per il sistema pubblico e per gli attori regolati. La selettività e il rigore richiesti per accedere a questa misura sono coerenti con l’alto potenziale strategico che essa rappresenta per le imprese innovative.

Partecipare a un bando come quello promosso dal MEF significa misurarsi con uno standard elevato di governance, aderenza normativa e coerenza progettuale. Iniziative come questa non si improvvisano: richiedono pianificazione fiscale, conoscenza tecnica dei vincoli comunitari e capacità di coordinamento tra impresa, finanza agevolata e compliance. Beneggi e Associati affianca le start-up in tutto il ciclo: dalla verifica dei requisiti alla costruzione del business plan, dalla predisposizione dei documenti fino alla rendicontazione e alla gestione dei rapporti con il Ministero.

In un contesto in cui ogni dettaglio può fare la differenza, affidarsi a un partner esperto, capace di anticipare le criticità e tradurre un’idea in un progetto eleggibile, è una scelta strategica. Non si tratta solo di compilare correttamente un fascicolo, ma di impostare fin dall’inizio un modello che sia solido anche nel lungo periodo.

Contattaci per una valutazione tecnica della tua ammissibilità e per comprendere come valorizzare al meglio il tuo progetto in ottica istituzionale e fiscale. Siamo al fianco di chi costruisce innovazione con metodo.

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