Il decreto è destinato a tutte le imprese, in regime di contabilità ordinaria e con almeno due bilanci approvati, che svolgono attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi, incluse le imprese artigiane prevalentemente dedite ad attività industriali, le imprese di trasporto, le imprese agro-industriali e le imprese che erogano servizi a tali imprese. Sono esplicitamente inclusi anche i centri di ricerca, imprese con personalità giuridica autonoma, che svolgono attività di ricerca e sviluppo, diverse dai cosiddetti «organismi di ricerca».
I soggetti indicati possono anche presentare progetti congiunti attraverso lo strumento del contratto di rete o altre forme contrattuali di collaborazione (consorzi, accordi di partenariato): a questi raggruppamenti possono partecipare anche gli organismi di ricerca e, limitatamente ai progetti nel settore «Agrifood», le imprese agricole.
Le Pmi sono i soggetti ai quali sono riservate le più alte percentuali di contributi alla spesa: per le piccole imprese si arriva al 60%, per la ricerca industriale, ed al 35% per le attività di sviluppo sperimentale. E, in caso di loro partecipazione a progetti congiunti, viene riconosciuta, a ciascuno dei soggetti proponenti, una maggiorazione del 10% del contributo alla spesa, se nessun soggetto proponente sostiene da solo più del 70% delle spese ammissibili.
I progetti che possono accedere all’agevolazione devono prevedere attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, strettamente connesse tra di loro e finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, servizi o processi o al notevole miglioramento di quelli esistenti, attraverso lo sviluppo di tecnologie abilitanti fondamentali nell’ambito delle cosiddette traettorie tecnologiche specificate nell’allegato 2 al decreto. Le tecnologie abilitanti indicate nel decreto sono: le tecnologie dell’informazione e della comunicazione; le nanotecnologie; i materiali avanzati; le biotecnologie; fabbricazione e trasformazione avanzate; lo spazio. I progetti possono essere agevolati sulla base di due procedure: la procedura a sportello, più semplice, per i progetti di minore dimensione, e la procedura negoziale, più complessa ed articolata, che prevede la definizione di un accordo per l’innovazione.
Tra le spese ammissibili ci sono le spese per il personale impiegato nell’attività di ricerca e sviluppo (tecnici, ricercatori e personale ausiliario: non sono ammessi i costi del personale amministrativo, contabile e commerciale), i costi di ammortamento per le attrezzature e gli strumenti utilizzati, solo per il periodo di durata del progetto, i servizi di consulenza, inclusi i costi per i brevetti e il know-how, i materiali utilizzati e le spese generali, per un importo forfettario pari al 25% dei costi diretti ammissibili.
Le agevolazioni concesse possono essere revocate in caso di cessazione dell’attività economica o del suo trasferimento al di fuori del territorio nazionale oppure, nel caso di significative riduzioni dei livelli occupazionali e/o della capacità, negli anni immediatamente successivi al completamento del progetto.
I termini e le modalità di presentazione delle domande di agevolazione saranno definite con successivo decreto direttoriale, che includerà i termini per la presentazione delle domande e la definizione, tra l’altro, dei relativi modelli, dei criteri per la determinazione dei costi ammissibili e dei criteri di valutazione dei progetti.