Dal prossimo 15 marzo entra a regime la riforma del Fondo di garanzia. Il nuovo modello basato su un rating con cinque classi di rischio – come quello già oggi impiegato dalle banche – ha l’obiettivo di ampliare la platea delle Pmi che potranno beneficiare della garanzia dello stato sui prestiti, assicurando il capitale soprattutto a chi difficilmente accederebbe a un finanziamento bancario.
Tra le novità principali della riforma c’è l’assicurazione di garanzie più alte (all’80%) a chi vuole fare investimenti; stesso trattamento anche per determinate categorie (startup e Pmi innovative, nuove imprese e microcredito), mentre saranno abbassate le percentuali di copertura invece per le operazioni legate al circolante.
Il nuovo rating sono cinque le classi di merito attribuite alla Pmi in base ai bilanci: «sicurezza», «solvibilità », «vulnerabilità », «pericolosità » e «rischiosità ». Solo quest’ultima esclude l’azienda dai finanziamenti. Le nuove soglie di garanzia vengono tendenzialmente abbassate rispetto ad oggi: si passa infatti da coperture dirette tra il 60 e l’80% per tutte le operazioni a nuovi tetti graduali tra il 30% e l’80% in base alla rischiosità e alla tipologia di finanziamento.
Per facilitare la valutazione delle imprese con il nuovo rating il Mediocredito centrale potrà acquisire i dati dall’agenzia delle Entrate (in particolare per le imprese a contabilità semplificate e per i professionisti) oltre che dal registro delle imprese di Infocamere (in particolare per le società di capitali) e dalla Centrale rischi.
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