Forfettari, le cause di fuoriuscita dal regime in corso d’anno: cosa sapere e come intervenire

Il regime forfettario, nato per semplificare la vita fiscale di imprenditori individuali e professionisti, rappresenta tuttora un’opportunità fiscale rilevante. Tuttavia, la sua applicazione è vincolata a criteri rigorosi. Oltre alle note soglie annuali di ricavi/compensi e spese per il personale, esistono fattori meno evidenti, ma potenzialmente critici, che possono comportare la fuoriuscita immediata dal regime in corso d’anno, con impatti operativi e finanziari non trascurabili.

I punti critici del regime forfettario: attenzione alle soglie

Il cuore della disciplina è l’articolo 1, commi 54-89, della legge 190/2014. La norma stabilisce che possono accedere al forfettario i contribuenti che, nell’anno precedente:

  • non hanno superato 85.000 euro di ricavi o compensi;

  • non hanno sostenuto spese per lavoro dipendente e collaboratori superiori a 20.000 euro.

Tuttavia, il legislatore ha introdotto una soglia ulteriore, di natura antielusiva: il limite dei 100.000 euro. Il suo superamento comporta la fuoriuscita automatica e immediata dal regime agevolato, anche nel corso dell’anno. Non si tratta di una clausola residuale, ma di una vera cesura che modifica radicalmente il regime fiscale applicabile.

Superamento dei 100.000 euro: l’uscita è immediata

Nel caso in cui, in corso d’anno, i ricavi o compensi percepiti superino i 100.000 euro, il contribuente forfettario deve:

  • iniziare ad applicare l’IVA ordinaria;

  • istituire i registri previsti dal Dpr 633/1972;

  • determinare il reddito con le regole ordinarie IRPEF;

  • effettuare, ove applicabile, la rettifica dell’IVA non detratta;

  • sottoporre i compensi successivi a ritenuta d’acconto (art. 25, Dpr 600/1973).

Esempio operativo: cosa accade in pratica

Un artigiano in regime forfettario ha già percepito 90.000 euro entro luglio. Ad agosto incassa una fattura di 4.000 euro, raggiungendo così 94.000 euro. Successivamente incassa altri 8.000 euro a settembre. La soglia di 100.000 euro è superata a settembre: da quel momento, l’artigiano:

  • deve integrare la fattura che ha fatto sforare la soglia con l’IVA;

  • deve applicare l’IVA su tutte le operazioni successive;

  • sarà soggetto alla ritenuta d’acconto su tutti i compensi percepiti da quel momento in poi.

L’eventuale fattura emessa prima dello sforamento ma incassata dopo rientra anch’essa nel regime IVA ordinario.

La soglia dei 85.000 euro: effetto rinviato

Diverso il caso in cui si superi la soglia di 85.000 euro senza oltrepassare i 100.000 euro. In tal caso, il regime forfettario prosegue fino a fine anno, ma non sarà più applicabile l’anno successivo. È una cessazione differita, con effetti solo dal primo gennaio dell’anno seguente.

Altre cause di esclusione: non solo numeri

Oltre ai limiti economici, ci sono cause ostative e condizioni soggettive che comportano la perdita del regime:

  • partecipazione a società di persone, associazioni o Srl riconducibili all’attività svolta;

  • residenza all’estero senza soddisfare il requisito del 75% di reddito prodotto in Italia;

  • prestazioni verso ex datori di lavoro (attuali o degli ultimi due anni);

  • redditi da lavoro dipendente superiori a 35.000 euro nel 2025.

La decorrenza dell’esclusione è generalmente dall’anno successivo, ma il monitoraggio deve essere costante, perché eventuali errori o dimenticanze possono produrre effetti retroattivi o contenziosi fiscali.

Due casi concreti di gestione strategica

1. Studio di architettura in espansione
Uno studio individuale che ha beneficiato per anni del regime forfettario chiude un accordo importante che farà sforare la soglia dei 100.000 euro. Concordando con il cliente la rateizzazione dell’incasso tra dicembre e gennaio, riesce a rimanere sotto soglia e a uscire dal regime solo l’anno dopo, ottimizzando carichi fiscali e adempimenti.

2. Consulente informatico con attività multiple
Un professionista che offre consulenze e rivende software si accorge di aver superato i limiti combinati per attività con codici Ateco differenti. Grazie a un controllo trimestrale con il proprio commercialista, adotta in anticipo un regime ordinario per l’anno successivo, evitando irregolarità e sanzioni.

Una scelta strategica, non solo fiscale

Il regime forfettario non è un “premio”, ma una scelta strategica da gestire con metodo. La tempestiva fuoriuscita per sforamento dei 100.000 euro può essere onerosa, ma anche un segnale di crescita. Affrontarla con strumenti adeguati, supporto professionale e visione d’insieme permette di evitare errori, minimizzare l’impatto fiscale e cogliere nuove opportunità organizzative.

In questo contesto, Beneggi e Associati affianca imprenditori e professionisti con un approccio multidisciplinare, anticipando criticità e strutturando percorsi di transizione ordinaria personalizzati, sostenibili e coerenti con gli obiettivi di sviluppo.

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