Imprese culturali e creative (Icc): le nuove regole operative per l’acquisizione del titolo

Con il decreto direttoriale 10 luglio 2025, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 25 luglio, il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha completato il quadro attuativo previsto dalla legge 206/2023, istitutiva delle imprese culturali e creative (Icc). Una novità che impatta oltre 300mila organizzazioni in Italia (dati Istat) e che apre una nuova stagione per chi opera nella filiera culturale e creativa, non solo in termini di riconoscimento ma anche di prospettive economiche e fiscali.

Cosa sono le Icc secondo la normativa

L’articolo 25 della legge sul Made in Italy definisce le Icc come enti che esercitano attività culturali e creative in forma di impresa, in via esclusiva o prevalente. Non rileva la forma giuridica: possono essere società, fondazioni, associazioni, enti del Terzo settore, start-up innovative o anche lavoratori autonomi. A contare è la natura funzionale dell’attività svolta.

Il Dm Mic 402/2024 ha elencato i requisiti oggettivi e soggettivi, mentre il decreto direttoriale del Mimit disciplina ora l’operatività: modalità di iscrizione, requisiti Ateco, controlli sul mantenimento dello status e interazione con il Registro delle imprese.

Iscrizione nella sezione speciale del Registro imprese

Per ottenere la qualifica di Icc, è necessario iscriversi nella sezione speciale del Registro imprese. La domanda avviene tramite comunicazione unica presso le Camere di commercio, a cui segue la verifica della correttezza formale dell’istanza.

Importante: anche enti non tenuti all’iscrizione ordinaria nel Registro imprese, come associazioni e fondazioni, possono accedere alla qualifica Icc attraverso l’iscrizione al Repertorio economico amministrativo (Rea).

Requisito funzionale: i codici Ateco abilitanti

Il requisito chiave è l’attività prevalente, da ricondurre a uno dei 14 settori culturali e creativi individuati (es. arti visive, editoria, spettacolo dal vivo, videogiochi, moda, software, design). Il decreto specifica che il rispetto del requisito funzionale si verifica attraverso il codice Ateco prevalente dell’ente, che deve essere tra quelli indicati nell’apposito allegato.

Controlli e mantenimento dello status

Il conservatore del Registro imprese può eseguire controlli a campione o su segnalazione per verificare:

  • la permanenza dei requisiti;
  • la coerenza dell’attività esercitata con i codici Ateco ammessi;
  • l’effettività dell’attività culturale e creativa.

In caso di perdita dei requisiti, l’iscrizione può essere cancellata dopo contraddittorio con l’ente.

Esempio pratico

Un’associazione culturale attiva nel settore audiovisivo con codice Ateco 59.11 (produzione cinematografica) può accedere alla sezione speciale come Icc, anche se non è impresa in senso stretto. Procede con l’iscrizione al Rea, allegando la documentazione richiesta. Se l’attività prevalente resta coerente con i criteri, mantiene la qualifica. In caso di modifica della struttura organizzativa o di passaggio ad attività diverse (es. formazione generica), può perdere lo status.

Opportunità e limiti

L’istituzione del titolo Icc rappresenta un’opportunità strategica per:

  • posizionare la propria attività all’interno di una categoria riconosciuta a livello normativo;
  • accedere a bandi riservati e agevolazioni settoriali;
  • migliorare la propria visibilità nei confronti di investitori e partner istituzionali.

Tuttavia, la misura specifica di finanziamento attualmente prevista (art. 29 legge 206/2023) dispone solo 3 milioni di euro a livello nazionale. Una dotazione che rischia di essere simbolica rispetto al potenziale della platea interessata. Sarà cruciale per le imprese ottenere una consulenza strutturata per accedere alle eventuali misure integrative o regionali.

 

Affrontare la procedura di iscrizione come Icc, verificare i requisiti, aggiornare la struttura codificata dell’ente e monitorare la conformità è un’operazione strategica. Beneggi e Associati offre:

  • un’analisi preventiva dei requisiti Ateco e settoriali;
  • assistenza tecnica nell’iscrizione alla sezione speciale;
  • gestione del mantenimento dello status e dei controlli;
  • supporto per accedere a misure di sostegno e bandi coerenti.

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